Coronavirus Rimini, il Covid nel palazzo dei senegalesi

Allarme in una ex pensione acquistata 20 anni fa da un gruppo di migranti: 10 positivi su 50 tamponi refertati. Paura per il contagio

Un corteo per la pace di un migliaio di senegalesi a Rimini (foto d’archivio)

Un corteo per la pace di un migliaio di senegalesi a Rimini (foto d’archivio)

Rimini, 22 luglio 2020 - Nel pieno della stagione estiva, Rimini deve fare i conti con un nuovo focolaio di Covid-19. Dopo quello avvenuto nel reparto post-acuti dell’ospedale Infermi due settimane fa, subito circoscritto dall’Ausl, ora il virus si è diffuso tra i senegalesi che vivono nell’ex pensione La Fonte di via Sacramora, a Viserba, frazione della zona nord del capoluogo.

Sono 10 i casi già diagnosticati tra loro, ma ci sarebbero altri positivi. Il focolaio è stato individuato dopo che uno di loro era risultato positivo al virus. L’Ausl Romagna non ha perso tempo. Appena avuti gli esiti e accertato il primo caso, ha sottoposto alla prova del tampone gli altri abitanti della casa. Sono tutti senegalesi, in regola col permesso di soggiorno, che vivono e lavorano a Rimini da tempo.

Attualmente sono una cinquantina le persone che si trovano nell’ex pensione La Fonte, da oltre vent’anni abitata dai senegalesi e di proprietà della stessa comunità africana che l’ha acquistata autotassandosi. Una novantina i residenti normalmente, ma quasi la metà non è riuscita a tornare in Italia per colpa del virus. Chi vive in quella palazzina di quattro piani è gente che lavora in fabbriche, hotel, campi agricoli della zona.

Ora è una realtà consolidata, accettata da tutti. Ma non è stato sempre così. La struttura è tristemente nota per essere stata al centro di numerosi attacchi xenofobi. Quello più grave nell’ottobre del 2009 quando l’ex pensione fu oggetto di un vero e proprio attentato. Un ordigno esplosivo distrusse in piena notte uno scooter parcheggiato nei pressi del condominio. L’attentato, la cui mano è rimasta ignota, fu solo il culmine di una serie di attacchi intimidatori, come il lancio di pietre, uova contro la struttura. L’altro ieri sono stati effettuati i tamponi su tutti i presenti nella palazzina.

Per farlo, i medici si sono presentati nella struttura di via Sacramora ‘scortati’ da polizia e vigili. Questo sia per motivi di sicurezza, sia per evitare che qualcuno si rifiutasse di effettuare l’esame. L’azienda sanitaria ha fatto 50 tamponi su altrettante persone che si trovavano in quel momento nell’ex pensione di Viserba, e ieri sono arrivati i primi risultati.

Altri 9 senegalesi sono risultati così positivi al Covid. Va detto che nessuno di loro presentava particolari sintomi. Anzi: erano tutti completamente asintomatici. Ma il virus, ormai lo sappiamo, viaggia veloce e si trasmette facilmente, soprattutto negli ambienti dove non è facile far rispettare il distanziamento sociale.

Nella lunga e convulsa giornata di ieri l’Ausl ha provveduto a contattare i senegalesi risultati positivi per disporre per loro l’isolamento in strutture protette.

Ci sono stati momenti di panico: non è stato facile rintracciare al telefono tutti per poter disporre il loro trasferimento in due hotel del Riminese attrezzati per accogliere i malati di Covid. Alcuni non hanno risposto subito, ma poi nel corso della giornata l’azienda sanitaria è riuscita effettivamente a prendere contatto con ognuno di loro, ha spiegato la situazione e li ha destinati nelle strutture dove passeranno il periodo di isolamento. In questo modo il focolaio è stato subito circoscritto.

Ai 10 senegalesi già contagiati potrebbero aggiungersene altri (si attende l’esito dei tamponi), tanto che l’Ausl si sta già organizzando per reperire altri posti letto per loro negli hotel Covid della provincia.