Coronavirus Rimini, le telefonate al 118. "Ho comprato pantaloni dai cinesi: sono malato?"

Decine le telefonate al centralino del 118 con le domande più strane. Un uomo al pronto soccorso: "Sono contagiato". Ma è un falso allarme

Chi teme di essere contagiato non deve recarsi in ospedale ma chiamare il 118

Chi teme di essere contagiato non deve recarsi in ospedale ma chiamare il 118

Rimini, 23 febbraio 2020 - Aumenta la psicosi del coronavirus nel Riminese: decine le telefonate che stanno arrivando alla centrale del 118 da parte dei cittadini, anche se a tutto ieri pomeriggio, non era stato registrato nessun caso, nemmeno sospetto. Seguendo i dettami della Regione e del ministero della Sanità, i riminesi non si recano in genere nei Pronto soccorso della zona ma telefonano ponendo di quesiti più strani, segno di una grande preoccupazione dettata dai nuovi casi registrati in Lombardia e Veneto determinati dal nuovo coronavirus, denominato dall’Organizzazione mondiale della sanità: Covid-19.

Leggi anche Morti e contagiati in Italia, il bilancio aggiornato  C’è chi chiede al personale medico se può aver contratto il virus dopo aver acquistato un paio di pantaloni in un negozio gestito da cittadini cinesi, se puoi hanno un po’ di raffreddore e tosse e sono andati a prendere un caffè in un bar di cinesi o hanno mangiato in un ristorante con specialità asiatiche, scatta la paura vera e propria. Ma non mancano nemmeno quelli che chiamano preoccupati per aver aperto un pacco con un telefonino acquistato in Cina, tramite internet. Qualcuno, raramente, tenta la via del Pronto soccorso per avere un rapporto diretto con i medici. E’ il caso di un signore che si è presentato nell’ospedale di Rimini affermando prima di avere male a una gamba, poi di avere anche mal di gola e febbre, sottolineando di avere avuto un contatto con una persona di origine cinese. I sanitari dell’emergenza lo hanno inviato nel reparto Malattie infettive per gli accertamenti, ma l’uomo non aveva assolutamente nulla di quello che dichiarava, quindi è stato rimandato a casa.

Leggi anche Contagio inarrestabile: ecco come difendersi Intanto la Direzione aziendale dell’Ausl Romagna dichiara che il Dipartimento di Sanità pubblica, le Direzioni mediche e assistenziali e la Medicina Territoriale, "sono in condizione di massima attenzione rispetto all’evolversi della situazione, in stretto raccordo con gli organismi regionali e nazionali e pronti a predisporre eventuali ulteriori modalità attuative, logistiche e organizzative, in caso si renda necessaria la presa in carico di pazienti in condizioni di massima sicurezza. Ciò premesso, va ribadito che non sussistono al momento in Romagna casi positivi.

Come da indicazioni della Regione – prosegue – i cittadini che abbiamo il sospetto di aver avuto contatti con il virus sono invitate a non recarsi di persona in Pronto soccorso o presso altre strutture sanitarie, bensì a contattare il proprio medico di famiglia o il 118. Restano validi gli inviti a lavarsi bene e spesso le mani per almeno venti secondi ed evitare i contatti con persone che abbiano sintomi influenzali. Si ricorda – sottolinea la Direzione – che resta attivo il monitoraggio rispetto ad alunni, studenti e soggetti che siano di ritorno o abbiano avuto contatti con le zone a rischio ai quali è consigliato un periodo di quarantena".