Coronavirus Rimini ultime notizie, i contagi salgono a tre

Sono legati al ristoratore di Cattolica, a cui si aggiungono un cliente e un operatore della trattoria. Venturi: "Prevediamo di fare moltissimi tamponi"

Laboratorio di analisi del sangue

Laboratorio di analisi del sangue

San Clemente (Rimini), 26 febbraio 2020 - I contagiati da Coronavirus salgono da uno a tre nel Riminese. Oltre al ristoratore di Cattolica risultato positivo ieri, ci sono altri due casi (positivo anche il pesarese che era in viaggio con lui in Romania, il secondo caso nelle Marche). Si tratta di un cliente e di un operatore dello stesso ristorante. A riferirlo in conferenza stampa è l'assessore regionale Venturi. "E' possibile che ci sia una relazione fra il primo caso del ristoratore (con i focolai di Codogno e di Padova", ha riferito Venturi, dato che "abbiamo trovato persone di queste zone che frequentavano la trattoria". Il cliente è anche amico del ristoratore. "A Rimini prevediamo di fare moltissimi tamponi, mano a mano che identifichiamo i contatti", spiega. 

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Sono circa una decina le persone poste in quarantena cautelativa dopo essere state in contatto con il ristoratore. Si tratta di due radiologi dell’ospedale Cervesi dove l’uomo si è recato ma, sembra, senza precisare subito i sintomi e soprattutto il timore di essere stato colpito dal virus. Quindi i due medici, che non hanno al momento nessun sintomo, sono stati posti in quarantena.

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L’altra persona è il medico di famiglia presso il quale l’uomo si sarebbe recato prima di andare al Pronto soccorso dell’ospedale di Cattolica. Le persone restanti sono divise tra i familiari e alcuni dei dipendenti del ristorante che, a tutto ieri sera, sono stati rintracciati dall’Ausl Romagna. Intanto, però, la sindaca di San Clemente ha disposta la chiusura del ristorante. 

I medici del Dipartimento di salute pubblica continueranno a cercare tutte le persone che possono avere avuto contatti con il ristoratore non solo durante tutta la nottata ma ad oltranza, quindi finchè non saranno rintracciate tutte. Per quanto riguarda gli altri passeggeri che erano sul volo di ritorno dalla Romania, il compito di contattarli spetta alla polizia aeroportuale.

Una corsa contro il tempo, quella fatta ieri dai carabinieri della Tenenza di Cattolica, che un attimo dopo avere ricevuto la notizia del ristoratore contagiato, hanno cominciato a ricostruire l’intero panorama di persone che ruotano intorno all’uomo. Un lavoro certosino e faticosissimo che ha coinvolto parecchi militari. L’obiettivo era quello di riuscire a identificare tutti quelli che negli ultimi giorni hanno avuto a che fare con lui. L’uomo ha un figlio che frequenta una scuola della zona e i carabinieri hanno quindi dovuto stilare l’intera lista dei compagni di classe, dei loro familiari, e degli insegnanti.

Al quale è seguita quella di amici e parenti del contagiato, rintracciati un po’ ovunque. Decine e decine di persone che sono state identificate in pochissimo tempo, e i cui nominativi sono già stati girati all’Ausl. Più complicato sarà riuscire a identificare i clienti che sono andati a ristorante nel ‘periodo a rischio’, ma sembra che gli investigatori dei carabinieri e dell’Auls siano già a buon punto. Soprattutto grazie al fatto che la notizia si è sparsa in un batter d’occhio.

Il prefetto di Rimini, Alessandra Camporota, ha convocato subito ieri pomeriggio un vertice sulla sicurezza con le forze dell’ordine e tutti i rappresentanti dei settori che sono coinvolti nella ‘guerra’ al virus. "Rispetto al caso del cittadino risultato positivo al coronavirus – dice un comunicato della prefettura – l’Azienda Usl sta applicando in maniera rigorosa i protocolli scientifici previsti, al fine di limitare al massimo l’eventuale diffusione. La patologia è stata individuata a seguito di esami clinici effettuati in ospedale. Il paziente, affetto da polmonite, le sue condizioni sono stazionarie ed è in corso l’indagine epidemiologica per verificare gli spostamenti effettuati e le persone con le quali ha avuto contatti stretti. Saranno quindi attivati i relativi provvedimenti di presa in carico, quali quarantena, domiciliare dove possibile, o di altro tipo in corso di valutazione, e tamponi laddove sussistano i relativi criteri clinici. Sono inoltre stati presi contatti con gli altri soggetti istituzionali che possono essere coinvoltinell’indagine stessa, in relazione al trasporto aereo e allo Stato estero presso il quale il paziente è rimasto alcuni giorni".

La Prefettura ribadisce inoltre le raccomandazioni alla cittadinanza e "in particolare i cittadini che abbiano il sospetto di avere avuto contatti con il virus, specie se presentano sintomi, sono invitati a non recarsi di persona in pronto soccorso o presso altre strutture sanitarie, ma di contattare telefonicamente il proprio medico di famiglia o il il 118 o il cellulare decicato dell’Igiene pubblica: 339-7720079.