Coronavirus Rimini, il ricercatore a caccia del vaccino. "Riusciremo a sconfiggerlo"

Il virologo riminese Giacomo Gorini, allievo di Burioni, lavora a Oxford e racconta la sua missione in laboratorio

Giacomo Gorini, virologo riminese di 31 anni

Giacomo Gorini, virologo riminese di 31 anni

Rimini, 8 marzo 2020 - Se si troverà un vaccino efficace contro il Covid-19, il merito sarà anche suo. Giacomo Gorini, virologo riminese di 31 anni ("li compio proprio oggi"), allievo di Roberto Burioni, è tra i ricercatori dello Jenner institute di Oxford impegnati a sconfiggere il coronavirus. Una laurea in biotecnologie, tre anni passati all’istituto nazionale di sanità americana a Washtington, la collaborazione con Cambridge e poi l’approdo all’università di Oxford - dal settembre 2018 - come ricercatore. Un curriculum di tutto rispetto per questo giovane scienziato riminese, che si trova in prima linea nel fronteggiare l’emergenza Covid-19.  

Qual è il suo compito nella ricerca sul coronavirus? "Il mio dipartimento di Oxford, in collaborazione con l’azienda italiana Advent, sta sviluppando il vaccino contro il virus. La società ci ha fornito mille dosi per la ricerca. Il compito che mi è stato affidato è di studiare le risposte immunitarie dei pazienti, tutti volontari, che si prestano al test. Non sappiamo ancora quanto ci vorrà, ma siamo ottimisti. E nel frattempo condividiamo i nostri risultati con il resto della comunità scientifica". Anche se lei vive da tempo in Inghilterra, la sua famiglia abita a Rimini. E avrà certamente letto le notizie sulla situazione riminese. Che idea si è fatto? "Che è fondamentale che i riminesi rispettino alle lettera tutte le recenti disposizioni imposte dalle istituzioni, che ho trovato corrette. Solo così si potrà circoscrivere la zona di contagio e rallentare il diffondersi del virus". Da esperto, si attendeva una simile epidemia? "Il Covid-19 all’inzio è stato imprevedibile. Ma in queste settimane abbiamo acquisito molte informazioni importanti. Come la potenzialità del contagio: in media ogni persona infetta ne contagia altre due. Anche se ci sono casi che superano abbondantemente questa media". Il picco deve ancora arrivare in Italia, a suo parere? "E’ molto difficile dirlo. Purtroppo l’Italia ha fatto un errore, nelle prime settimane: ha vietato soltanto i voli diretti dalla Cina, ma non quelli indiretti. Gli effetti li abbiamo visti: il numero di contagiati è esploso in pochi giorni. L’Italia ha fatto praticamente da ‘cavia’ in Europa". Come giudica la situazione In Inghilterra? "Si stanno commettendo, in parte gli stessi errori compiuti in Italia. Anzi: a oggi il governo inglese sta facendo ancora meno, perché si limita a imporre, a chi è stato nei paesi dove è più alto il contagio, la quarantena volontaria. Non ci sono misure in atto per far rispettare il periodo di isolamento volontario, ci si affida al buon senso dei cittadini. E’ un errore: in questa fase non servono misure blande". Quanto potrebbe durare questo stato di emergenza? "Non sono e non voglio essere catastrofista. E’ difficile, lo ripeto, prevede in questo momento gli scenari. Ma ogni giorno che passa il coronavirus diventa un nemico più conosciuto, mentre all’inizio non sapevamo praticamente nulla. Riusciremo a sconfiggerlo". © RIPRODUZIONE RISERVATA