"Così abbiamo fatto volare ’Pecco’ in pista" Un riminese tra i meccanici del campione

Il 55enne Massimo Tognacci lavora dal 2013 nel team Ducati: "Quando Bagnaia ha tagliato il traguardo è stata una liberazione"

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di Manuel Spadazzi

Il cuore in gola fino all’ultimo giro. Poi, quando ’Pecco’ ha tagliato il traguardo, "per noi al box è stata come una liberazione...". I pianti di gioia, le goliardate (vedi le parrucche rosse...), la festa infinita, con gli altri meccanici e tutti gli altri componenti. "Dopo i tanti sacrifici fatti, per noi è stato un sogno!", ammette Massimo Tognacci. Riminese di 55 anni, anche se da tempo vive a Cesenatico, Massimo è uno dei cinque meccanici del neo campione del mondo Francesco Bagnaia. Ieri, dopo la lunga festa di domenica, la squadra è tornata subito sulla pista di Valencia per i test. Ci sarà tempo per festeggiare ancora. Quello che è si visto domenica in Spagna è stato solo l’antipasto, perché la Ducati intende organizzare una grandee festa per celebrare il triplete nella Motogp: la vittoria di Bagnaia nel mondiale piloti, il titolo costruttori e quello team.

Una stagione trionfale. Che cosa ha detto a Bagnaia, quando è arrivato al traguardo domenica?

"Che è stato fortissimo. Ci ha regalato un’emozione unica. Non servivano tante parole... Sapevamo di essere a un passo dall’impresa storica, e ’Pecco’ ha fatto qualcosa di fantastico. Grazie a lui, dopo tanti anni, è arrivato finalmente il primo mondiale vinto nella mia carriera da meccanico".

Una carriera lunga...

"Molto. Lavoro nel mondo delle corse da oltre trent’anni, ho debuttato nel 1989 nel team della Bimota. Una decina di anni, nel 2013, fa ho avuto l’occasione di entrare nella squadra della Ducati. All’inizio ho fatto il gommista, per Andrea Dovizioso. Quando è arrivato Jorge Lorenzo sono diventato uno dei suoi meccanici. Poi è arrivato ’Pecco’".

Che rapporto ha con Bagnaia?

"Un bel rapporto. E’ un grandissimo pilota, ci darà ancora tante soddisfazioni. Ma tutto il nostro team è molto unito. E si è visto: ci abbiamo creduto fino in fondo alla vittoria".

Anche quando, a un certo punto della stagione, Quartararo pareva lanciato verso il bis?

"Sì. Anche quando ’Pecco’ era a a oltre 90 punti di distanza dal francese. Certo, sapevamo che serviva un’impresa, ma non abbiamo mai smesso di crederci".

Il momento più difficile?

"Forse è stato proprio l’ultimo, a Valencia. E’ stato un weekend pieno di tensioni. Non poteva essere altrimenti. Quando ’Pecco’ domenica è arrivato al traguardo, è stata una sorta di liberazione per tutti noi al box. Solo chi fa questo lavoro, può capire cosa si prova. Il nostro è un bellissimo mestiere, ma impone molti sacrifici. Serve una grande passione per affrontarli".

E lei, la passione per la moto, l’ha sempre avuta?

"Assolutamente sì. Per tanti anni ho anche guidato la moto".

La guida ancora?

"No. Ho solo lo scooter, più che altro lo uso per andare al mare".