"Ho iniziato a tagliare i capelli il primo luglio del ’77 e mi sono fermato con la fine del 2024". A raccontarlo è Massimo Giunta, 61 anni di cui 47 passati a fare il barbiere nel salone al numero 67 di via Saffi a Misano monte. In quasi mezzo secolo è stato spettatore di tanti cambiamenti, dalle mode al modo di essere delle persone, passando per la chiusura di tante attività vicine. Il tutto visto sempre dalla vetrina del suo negozio di barberia. Giunta, come mai ha deciso di fare il barbiere?
"Da piccolo non sapevo se era meglio tagliare i capelli o fare il carrozziere. Allora mio padre mi portò prima in un’autofficina, ma erano tutti impolverati, sudati e sporchi. Invece vedevo già che il barbiere era un lavoro diverso, più tranquillo e pulito". Ha imparato il mestiere sempre nello stesso salone?
"Certo, qui ho mosso i primi passi. Poi ho rilevato l’attività quando il mio maestro è andato in pensione e ora che sono io ad appendere le forbici al chiodo. Ho provato a cercare qualcuno a cui passare l’attività, ma non ho mai trovato nessuno che si assumesse la responsabilità". Non l’ha trovato?
"E’ sempre stata un’impresa ardua, quello del barbiere è un mestiere che sta scomparendo". Com’era il quartiere cinquant’anni fa?
"Allora c’erano bar, alimentari, un mobilificio, l’edicola e qualche negozio. Era un via vai continuo di persone. La zona di via Saffi era un punto di incontro. Poi si è spenta, la pandemia ha dato il colpo finale". Come sono cambiato i clienti nel tempo?
"Un cambiamento totale si è visto sempre dopo il Covid, le persone sono diventate più chiuse e timide". I momenti più difficili?
"Quando bisognava lavorare fino alle 23. Erano i tempi d’oro e c’era tanto lavoro, le persone uscivano fino a tardi e si tirava avanti fino a che si poteva". I barbieri sono spesso i confidenti dei loro clienti, le mancherà questo aspetto umano?
"Non lo so ancora, devo provarlo. Ora sono confuso, ad esempio non so cosa fare nei prossimi giorni. Fino a un mese fa sarei andato a lavorare, ora vado a fare qualche lavoretto nel mio piccolo orto". Il 28 dicembre ha fatto il suo ultimo taglio.
"Una passata di ‘macchinetta’ sui lati e poi alle 19 mi sono venuti a trovare alcuni amici per una festicciola. Perché ha deciso di chiudere? "Ormai ho una certa età e mi sono disinnamorato del mestiere, sono arrivato alla pensione". Se potesse tornare indietro farebbe tutto nello stesso modo?
"Sì, ho avuto delle belle soddisfazioni. Magari avrei voluto insegnare a qualcun altro il mestiere". Federico Tommasini