Costa Concordia, 9 anni dopo: tra le vittime anche la piccola Dayana

Il 13 gennaio del 2012 l'immensa nave si inabissò davanti all’Isola del Giglio: la bimba riminese morì assieme al padre

Dayana Arlotti, 5 anni, morta sulla Costa Concordia con il padre

Dayana Arlotti, 5 anni, morta sulla Costa Concordia con il padre

Ravenna, 13 gennaio 2021 - Nove anni dopo la maledetta notte del 13 gennaio 2012 - quando la nave da crociera Costa Concordia, con 4.200 persone a bordo, fu squarciata dai piccolissimi scogli de Le Scole davanti all’Isola del Giglio. Sulla piccola isola del Tirreno è tutto pronto, oggi, per ricordare con la stessa commozione di allora le trentadue vittime del naufragio e con loro l’operaio spagnolo, considerato la trentatreesima, che perse la vita durante i lavori di rimozione del relitto.

Un appuntamento ristretto causa pandemia a poche persone e locali. "Ma non per questo sarà meno significativo e toccante per chi ha vissuto quei momenti – sottolinea Sergio Ortelli, sindaco oggi come allora del Giglio – e comunque ci stiamo preparando al prossimo anno, che sarà il decimo anniversario, per una ricorrenza più partecipata". Oggi alle 11, quindi, sarà celebrata la messa (che sarà possibile seguire sul sito di Giglionews) da don Lorenzo Pasquotti, il parroco che in quella gelida notte aprì le porte della chiesa alle migliaia di naufraghi spaventati e molti feriti: la sua ultima messa per la ricorrenza, perché don Lorenzo lascerà il Giglio per trasferirsi a Santa Fiora. Alle 12.15 una corona di fiori sarà deposta a Punta Gabbianara, dove l’enorme transatlantico si piegò su un fianco, schiacciando la vita di trentadue persone, tra le quali la piccola riminese Dayana, che aveva appena cinque anni, annegata abbracciata al suo papà William.

Per il comandante di quella nave, Francesco Schettino, o capitan Inchino come qualcuno lo appellò dopo la tragedia, sarà il terzo anniversario vissuto rinchiuso nel carcere di Rebibbia, dove sta scontando la pena definitiva a sedici anni di reclusione. Carcere dove sta studiando, praticando sport e dove scrive articoli per un giornalino interno. Ma soprattutto dove sta attendendo che la Corte europea di Strasburgo decida la data per discutere il ricorso che il suo legale, l’avvocato Saverio Senese, ha depositato già da tempo, la cui prima udienza dovrebbe essere fissata tra aprile e maggio prossimi. "Mentre, concluso l’ultimo elaborato – aggiunge Senese – dovremmo depositare il ricorso per la revisione italiana del processo entro la prossima settimana". Non si dà per vinto Schettino, non perché come già ammesso più volte non si riconosca "alcune colpe", ma perché non ritiene di essere stato l’unico responsabile.

Sarà invece impegnato in una crisi di governo incombente colui che fu subito assurto ad eroe, Gregorio De Falco, quella notte militare in servizio alla capitaneria di Livorno, divenuto celebre per il suo categorico ordine a uno Schettino ormai sceso dalla nave naufragata e sotto choc, "Salga a bordo c….". Nove anni dopo De Falco è senatore della Repubblica, eletto con il Movimento 5Stelle, poi migrato nel gruppo misto.

Sempre in cerca di visibilità un’altra grande protagonista della tragedia, la moldava Domnica Cemortan, la biondina che era con Schettino a cena mentre il transatlantico da 114mila tonnellate stava iniziando la folle corsa verso il Giglio e che poi lo seguì sul ponte di comando quando il comandante decise di mostrarle il ‘saluto’ all’isola. Proprio ieri sul proprio profilo Facebook, Domnica ha dato appuntamento a oggi perché "ho deciso di fare una diretta su questo argomento – scrive la moldava - se avete domande fatele, che le affronterò…dopo tanti anni molti pensano ancora che io fossi con il capitano al timone".

Non esiste più da alcuni anni, invece, la Concordia, che è stata una nave ammiraglia della compagnia Costa Crociere. A luglio 2014 dopo un’impresa ingegneristica senza precedenti, il relitto fu rimesso in galleggiamento dal consorzio di imprese italo-americano Titan-Micoperi, sotto la guida di captain Nick Sloane, regista indiscusso del sollevamento prima e del trasferimento poi a Genova, dove la Concordia è stata demolita e cancellata dal registro navale.