Costretta a far sesso per avere la cocaina: il ricatto dello spacciatore a Riccione

Vittima una ragazza tossicodipendente. Il pusher è coinvolto in una maxi inchiesta sulla droga

Sesso in cambio della cocaina (immagine d'archivio)

Sesso in cambio della cocaina (immagine d'archivio)

Riccione, 2 marzo 2023 – Dosi di cocaina cedute in cambio di prestazioni sessuali. Questo il ricatto a cui sarebbe stata costretta a sottostare una ragazza tossicodipendente: due o tre volte alla settimana il suo fornitore di fiducia le avrebbe fatto visita, ma anzichè pretendere da lei 100 o 200 euro per lo stupefacente avrebbe accettato di ricevere pagamenti in natura. Questa è una delle ipotesi accusatorie a carico di un 48enne italiano, coinvolto insieme ad altre otto persone in un’inchiesta su un ‘giro’ di cocaina a Riccione, smantellato lo scorso dicembre da un’operazione dei carabinieri della Perla Verde.

Nove le richieste di rinvio a giudizio presentate dal sostituto procuratore Luca Bertuzzi, titolare dell’inchiesta. L’udienza preliminare si svolgerà davanti al gup il 6 giugno prossimo. Il blitz era scattato nei mesi scorsi con l’esecuzione di nove misure cautelari, quattro in carcere, altrettanti divieti di dimora e un obbligo di firma, come disposto dal gip Manuel Bianchi, nei confronti di cittadini albanesi, italiani e moldavi, residenti tra Rimini e Riccione, difesi tra gli altri dagli avvocati Massimialiano Orrù, Federica Rossi, Tiziana Casali, Francesca Mazzoni, Cinzia Bonfantini.

A finire nel mirino degli investigatori un’articolata piramide di presunti pusher dediti allo smercio di polvere bianca. Una piramide al cui vertice, stando alla ricostruzione degli inquirenti, ci sarebbero stati tre albanesi, un 32enne, un 35enne e un 23enne. Nei confronti degli ultimi due, l’accusa è anche di detenzione di un revolver calibro 38 con tanto di munizioni.

L’attività che ha permesso alla fine di stroncare la rete di spaccio era partita nel luglio del 2021, quando i militari dell’Arma erano intervenuti in un hotel di Riccione dove un magrebino era stato accoltellato per un regolamento di conti. Da qui gli inquirenti avevano iniziato a stringere il cerchio attorno all’aggressore, il quale insieme al fratello intratteneva parecchi scambi di droga con cittadini albanesi. Questi ultimi, stando alla ricostruzione, avrebbero movimentato nel corso del tempo centinaia di grammi o addirittura chili. Un’attività florida e remunerativa, quella messa in piedi nella Perla Verde dai nove indagati, che avevano localizzato degli ‘imboschi’ dove nascondere la merce per non viaggire mai con quantativi eccessivi. Alla fine dell’operazione saranno complessivamente due i chili di polvere bianca messi sotto sequestro dai carabinieri della compagnia di Riccione, oltre alla pistola, risultata con matricola abrasa e oggetto di un furto compiuto diversi anni fa.