Covid, parlamentari sorpresi al festino abusivo a San Marino

I consiglieri di Rete, Spagni Reffi e Arcangeloni, escono allo scoperto: "Chiediamo scusa a tutti, è stata una leggerezza. Siamo pronti a lasciare"

Alberto Giordano Spagni Reffi e Gloria Arcangeloni del Movimento Rete

Alberto Giordano Spagni Reffi e Gloria Arcangeloni del Movimento Rete

Rimini, 4 aprile 2021 - "Non avremmo mai dovuto compiere una tale leggerezza". Fanno pubblica ammenda e rimettono il mandato nelle mani del proprio Movimento, i consiglieri di Rete, Alberto Giordano Spagni Reffi e Gloria Arcangeloni. Il festino non autorizzato del primo giorno di aprile a San Marino, in barba alle norme anti assembramento contenute nell’ultimo decreto del governo, al quale hanno partecipato anche diversi esponenti politici, ha scatenato un vero e proprio polverone sul Titano.

A rovinare la festa l’arrivo di una pattuglia della Gendarmeria, dopo la segnalazione arrivata alla Centrale operativa interforze. Diverse le persone identificate. A dare la loro versione dei fatti sono i due consiglieri di Rete. "Riteniamo doveroso – scrivono Spagni Reffi e Arcangeloni - spiegare come sono andate le cose. Al termine del tradizionale pranzo in occasione dell’investitura dei nuovi Capitani Reggenti, che si è tenuto in sale separate seppur nello stesso locale e nel rispetto delle normative vigenti, ci è stato proposto un invito per un brindisi all’esterno di un’attività commerciale di via Gino Giacomini". Invito raccolto "da alcuni dei partecipanti al pranzo i quali – spiegano i consiglieri del Movimento di maggioranza - a scaglioni, si sono avvicendati sul posto. Noi, arrivati in un secondo momento, ci siamo trattenuti più a lungo insieme ad altre quattro persone, tre delle quali componenti dello stesso nucleo familiare". Poi l’arrivo dei gendarmi. "Hanno proceduto con gli accertamenti e identificato i presenti: non conosciamo gli sviluppi dell’intervento della Gendarmeria e ignoriamo se sia stata rilevata alcuna violazione. Se così dovesse essere, ovviamente affronteremmo le conseguenze". Naturalmente il reato contestato non è quello delle celebrazioni nel giorno dell’insediamento dei nuovi capi di Stato, ma quello di una festa in mancanza delle normative di sicurezza imposte dai decreti del governo per fronteggiare la pandemia: in alcuni casi mancato o scorretto utilizzo delle mascherine, in altri, oltre a questo, anche l’assenza di distanziamento sociale. Dai 500 ai 1.000 euro di multa. "Non è stato – spiegano Spagni Reffi e Arcangeloni - un festino preorganizzato, ma un evento improvvisato, al cui invito abbiamo risposto con eccessiva superficialità. Sappiamo di avere urtato molte sensibilità e facciamo pubblica ammenda. Data la carica istituzionale che ricopriamo, ci rendiamo conto che i nostri comportamenti siano stati lesivi per noi stessi e anche per il Movimento. Non possiamo esimerci dall’esprimere amarezza per l’accaduto, rimettendo il nostro mandato al consiglio direttivo del movimento Rete".