Crac Valleverde, condannato Arcangeli

Quattro anni in primo grado al patron dell’impero delle calzature di Coriano, accusato di bancarotta insieme a un ex manager

Migration

Con la sentenza di primo grado pronunciata ieri dai giudici del Collegio di Rimini, si è chiusa (almeno per ora) la parabola dell’ex re delle scarpe, il patron di Valleverde, Armando Arcangeli, 78 anni. L’uomo che per anni è stato al timone di un impero che all’apice del successo contava 1.700 punti vendita, oltre a vantare collaborazioni con super testimonial come calciatori e divi di Hollywood, è stato condannato a 4 anni e 6 mesi per il crac dell’azienda con sede a Coriano. Condannato, insieme a lui, anche l’ex direttore generale e liquidatore di Valleverde spa, Antonio Gentili (per lui la pena è di 3 anni e 10 mesi). I legali della difesa – gli avvocati Alessandro Petrillo e Monica Rossi per Arcangeli, Massimo Cerbari e Gabriele Bordoni per Gentili – hanno annunciato la volontà di impugnare la sentenza in Appello. I giudici hanno invece assolto con formula piena il sammarinese Valerio Scarano (difeso dall’avvocato Enrico Amati), e il riccionese Venanzio Zangheri (difeso dall’avvocato Luca Greco): per quest’ultimo il pubblico ministero Luca Bertuzzi, aveva chiesto l’assoluzione. Le accuse, a vario titolo, erano di bancarotta fraudolenta per distrazione, bancarotta preferenziale e vari reati tributari (per questi ultimi tuttavia è intervenuta la prescrizione).

Dal processo, che in un primo momento aveva coinvolto otto imputati, erano già usciti di scena nel 2021, a seguito di prescrizione, gli imprenditori della cordata bresciana che, dopo la messa in liquidazione, aveva avviato le pratiche per ottenere il concordato preventivo e rilevare l’azienda. Secondo la ricostruzione degli inquirenti, Arcangeli – che dal canto suo ha sempre respinto tutte le accuse, affermando di non aver mai compiuto nulla di illecito e motivando le scelte compiute per salvaguardare l’azienda - avrebbe drenato capitali dalle Valleverde convogliandoli verso società sammarinesi a lui stesso riconducibili. Ipotesi che però lo stesso Arcangeli ha sempre smentito con forza. "Broken shoes" (scarpe rotte): così era stata ribattezzata l’indagine del nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza nata all’indomani della dichiarazione di fallimento della Spes, datata 5 giugno 2015. Le prime avvisaglie della crisi erano arrivate tra il 2007 il 2011, ben prima del fallimento della società Spes spa quando ancora la società era la Valleverde Spa che, secondo i finanzieri, avrebbe preso il posto della società originaria solo per avere accesso al concordato liquidatorio e evitare il fallimento per 46 milioni. Con un lavoro certosino, gli inquirenti erano riusciti a ricostruire nel dettaglio i presunti flussi di denaro, individuare le società satelliti. Il marchio Valleverde così come l’azienda sono stati acquisiti da un’altra società, la Silver1, che non ha mai avuto nulla a che fare con le indagini della Finanza e le vicende processuali, le quali riguardano esclusivamente i vecchi amministratori.

Lorenzo Muccioli