MANUEL SPADAZZI
Cronaca

Critiche ai politici su Facebook: “Non hanno mai lavorato”. Poliziotto punito

Respinto il ricorso dell’agente a cui era stato decurtato lo stipendio dopo le frasi contro Bonaccini e altri sui social. I giudici: “I suoi commenti lesivi dell’immagine e dell’imparzialità dell’operato delle forze dell’ordine”

Poliziotto punito per critiche ai politici sui social

Poliziotto punito per critiche ai politici sui social

Rimini, 20 marzo 2024 – Punito per aver attaccato i politici su Facebook. Un comportamento costato, a un agente della polizia di Stato di Rimini, una sanzione disciplinare con la decurtazione di una parte dello stipendio. Il poliziotto ha fatto ricorso al Tar, ma secondo i giudici (la sentenza è stata pubblicata ieri) il provvedimento emesso della Questura di Rimini è stato "legittimo".

I fatti risalgono al novembre del 2019. Siamo in piena campagna elettorale per le regionali in Emilia Romagna. Sulla pagina di un gruppo Facebook (‘Noi santarcangiolesi’) Massimiliano Marinelli, assistente capo della Questura di Rimini, scrive commenti critici che hanno nel mirino soprattutto Stefano Bonaccini.

Tra le frasi ‘incriminate’ dichiarazioni del tipo: "Basta con questi politici nemmeno laureati che non hanno mai lavorato in vita loro". Le parole di Marinelli non passano inosservate. Qualcuno se ne accorge e segnala le frasi ad alcuni colleghi. Scoppia il caso, si apre un procedimento disciplinare e il questore di Rimini (allora era Francesco De Cicco), alla fine del maggio del 2020, infligge a Marinelli una sanzione, pari alla decurtazione di 5 giorni dello stipendio.

Il poliziotto non ci sta. Si oppone. E decide di presentare un ricorso al Tar, assistito dagli avvocati Giacomo Graziosi e Antonella Almerigi. Nella sua memoria difensiva Marinelli – che nel frattempo ha eliminato il suo account su Facebook – fa notare, prima di tutto, che la pagina del gruppo dove ha scritto quelle cose è accessibile solo a chi è iscritto al gruppo stesso, che nelle sue frasi non c’è alcun riferimento al fatto che lavori per la polizia. Nel suo commento, sottolinea, non ha usato toni offensivi o denigratori né ha parlato di "fatti non veritieri".

Ma per i giudici del Tar il ricorso è infondato e va respinto. Perché se è vero che Marinelli "non ha fatto riferimenti alla polizia di Stato e al suo lavoro, e che le frasi usate, in quanto non denigratorie né indicanti fatti falsi, in linea di principio possono rientrare nell’esercizio del diritto di critica", secondo i giudici "al contempo va rilevato che la sua professione era sicuramente nota, nell’ambito della ristretta comunità di Santarcangelo". Pertanto "tutti gli appartenenti al gruppo Facebook ‘Noi santarcangiolesi’ sapevano o potevano agevolmente conoscere tale circostanza". E questo, scrivono i giudici del Tar nella sentenza, "appare dirimente per la decisione della controversia", dal momento che "il riferimento alla polizia di Stato da parte dell’esponente può essere non soltanto esplicito, ma anche implicito ove emergano circostanze univoche idonee a ricondurre le espressioni utilizzate a un appartenente alle forze dell’ordine".

In sostanza, osservano i giudici, Marinelli è "noto alla comunità" di Santarcangelo "come appartenente alle forze di polizia". Per questo il suo comportamento "appare non illogicamente ritenuto lesivo dell’immagine e dell’imparzialità della polizia di Stato", in violazione delle norme e della circolare del 2019, che regola i comportamenti che gli agenti devono tenere sui social. Anche se Marinelli ha parlato da semplice cittadino, "ogni appartenente alle forze dell’ordine deve esimersi dall’esprimere opinioni personali inappropriate ove riferibili alla polizia di Stato – concludono i giudici del Tar – poiché lesive dell’imparzialità del corpo, e del clima di fiducia che deve accompagnare l’operato della polizia". Così i Tar: ora Marinelli valuterà con i suoi legali se fare appello.