MANUEL SPADAZZI
Cronaca

Il cugino dell’aggressore di Villa Verucchio: “Giustizia per Muhammad, non era un terrorista. Perché hanno sparato?”

La rabbia di Said: “Non doveva morire così. Andremo fino in fondo”. I famigliari si sono già rivolti a un avvocato. I funerali saranno in Egitto

Rimini, 4 gennaio 2025 – "Muhammad non doveva morire. Perché hanno sparato? Perché non hanno provato a fermarlo in un altro modo? È stato ammazzato ingiustamente. Chiederemo giustizia per lui”.

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Il raid dell’accoltellatore. Recitava una preghiera islamica. Raggiunto da cinque proiettili

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A parlare così è Said, il cugino di Muhammad Abdallah Abd Hamid Sitta, il 23enne egiziano che la sera di Capodanno a Villa Verucchio ha seminato il terrore accoltellando 4 persone, ed è stato ucciso dal comandante dei carabinieri di Verucchio mentre tentava di aggredire lo stesso militare. Muhammad Sitta risulta arrivato in Italia dal 2022. Nel nostro paese abitano, da anni, uno zio (sta a Roma) e il cugino Said. Che ieri sono andati al consolato egiziano di Milano, per sbrigare le pratiche e fare i documenti per i funerali. “Vogliamo riportarlo a casa, dalla sua famiglia. I funerali di Muhammad saranno in Egitto”. I famigliari hanno già preso contatti con l’avvocato riminese Alvaro Rinaldi, sia per la documentazione necessaria alle esequie, sia – soprattutto – per fare luce sulla vicenda. “Vogliamo capire come sono andate veramente le cose. Perché i carabinieri hanno sparato a Muhammad? Non potevano fermarlo in un altro modo?”, ripete il cugino. Gli chiediamo di parlarci di Muhammad e di raccontarci chi era. Ma lui non vuole, “Non ora. Parleremo di lui quando sarà il momento. Per ora voglio soltanto dire che Muhammad non era un terrorista”.

Muhammad Sitta, ucciso dopo aver accoltellato quattro persone
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Stando a quanto riferito da alcuni egiziani che abitano a Rimini e conoscevano Sitta, il 23enne era figlio unico. Un ragazzo schivo, introverso, “ma non cattivo”. Nessuno vuole credere che Muhammad abbia agito per motivi religiosi. La comunità egiziana a Rimini è piccola. Gli egiziani che vivono nella nostra provincia sono meno di 400: tra loro si conoscono praticamente tutti. “Alcuni di noi in queste ore – racconta Ahmed Said, che abita a Rimini – ha lanciato l’idea di organizzare una manifestazione per Muhammad... Ma non so se alla fine si farà qualcosa”. La domanda che “molti di noi continuano a farsi è: era veramente necessario sparare?”. È quello che continuano a chiedersi anche i famigliari di Sitta. “Mio cugino è morto ammazzato a colpi di pistola. Una morte orribile. Ora vogliamo andare fino in fondo”, conclude il cugino Said.