Da Cuba a Rimini come rifugiata ma il Comune le nega la residenza

Carmen Montero è stata anche prigioniera a Guantanamo: da un anno vive qui col fidanzato e gestisce un bar a Marebello

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È un intrigo internazionale. Che parte da Cuba, passa dalla prigione di Guantanamo e arriva fino a Rimini. Dove Carmen Rosana Montero Acosta, giovane dissidente cubana, ha cercato di rifarsi una vita. La 28enne cubana vive qui da quasi un anno insieme al compagno, riminese, e ha rilevato un bar nella zona di Marebello.

La donna ha ottenuto un permesso di soggiorno per protezione internazionale e un passaporto europeo, rilasciati in Slovacchia. Ma quando poi, insieme al compagno, ha consegnato al Comune di Rimini i documenti per la registrazione della loro convivenza, si è vista negare il diritto di veder riconosciuta la loro unione. Tutto questo perché, secondo gli uffici comunali, la donna "non risulta essere regolarmente soggiornante in Italia". I documenti di soggiorno rilasciati dal governo di Bratislava, secondo Palazzo Garampi, "devono essere convertiti in Italia secondo le normative nazionali". Morale della favola: la giovane cubana, per il Comune di Rimini, è considerata ancora una clandestina, e per questo non può registrare né la sua convivenza con il compagno riminese né gestire l’attività, nonostante l’atto di acquisto del bar sia già stato regolarmente depositato alla Camera di commercio.

"Siamo di fronte a una situazione assurda, incomprensibile. Ecco perché stiamo per depositare un ricorso al Tar contro la decisione del Comune di Rimini", annuncia Marco Bosco, l’avvocato che sta seguendo la coppia. Che ripercorre la vicenda della Montero. "Lei è una dissidente del governo cubano, è scappata dal suo paese e si è fatta un anno nel campo di Guantanamo prima che il governo americano le riconoscesse lo status di rifugiata e le concedesse di venire in Europa, dove ha ottenuto un regolare permesso di soggiorno (che scade nel 2028) e un passaporto europeo con il programma di protezione internazionale. Ha tutti i diritti di ottenere la residenza, di poter registrare la convivenza con il compagno, con cui sta insieme da nove mesi, così come di poter gestire un’attività. Non si comprende questo atteggiamento da parte del Comune di Rimini, che va contro le leggi nazionali e internazionali e trascura le sentenze già emesse su vicende simili".

Bosco ricorda come, di recente, in analoghi casi i tribunali di Bologna e Modena abbiano già stabilito che lo straniero ha diritto all’ingresso in Italia e al ricongiungimento con il partner italiano, se intrattiene con questi una relazione stabile, non registrata da ma debitamente attestata da documentazione ufficiale".

La giovane cubana e il suo compagno sono decisi ad andare fino in fondo. "Sono scappata da Cuba – dice lei – la mia vita adesso è qui a Rimini. Ho un regolare permesso di soggiorno come rifugiata politica, chiedo solo che vengano riconosciuti i miei diritti di poter vivere e lavorare a Rimini".

Manuel Spadazzi