Dalla donna che uccise il pirata al bagnino che prevedeva le bufere

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Il libro si intitola ‘Da Arcionis a Riccione Perla verde’. Lo ha scritto Giuseppe Lo Magro per il centenario della città".

Quale periodo racconta?

"Si parte dal momento in cui prende la forma il primo agglomerato di case fino ad assumere una identità cittadina. Nel tempo Riccione ha avvertito la necessità di non essere più frazione di Rimini. Dal 1922 la sua storia si intreccia con quella dei protagonisti che ne hanno forgiato l’anima e il corpo".

Alcuni nomi?

"Si va da don Carlo Tonini a Maria Boorman Ceccarini, dal conte Giacinto Martinelli a Felice Carlo Pullè, fino agli albergatori Sebastiano Amati e Domenico Galavotti. Poi Pina Renzi e altri ancora, compreso i bagnini, come Cicca, che d’estate faceva le previsioni meteo e in vista delle bufere faceva correre i bagnanti a casa in fretta e furia, dicendo: ‘andate via, la tempesta è così forte che vi toglierà le unghie dalle mani’".

Nella ricerca ha trovato più definizioni di Riccione?

"La prima ad apparire nel 810 è Arcionis. Solo nel 1654 si ha certezza di un piccolo agglomerato, definito le Casette, al quale si aggiunse la Marina. Ho trovato 48 nomi di Riccione, tra questi Rezzor, in mappe venete, e Harchionis. Forse frutto di errori di trascrizione".

Altre storie?

"Tante riguardano il Medioevo, il castello degli Agolanti con la sua biblioteca apprezzata anche dalla regina Cristina di Svezia, lo sbarco dei turchi con la donna che uccise un pirata, l’arrivo di austriaci e spagnoli. Si raccontano alcuni naufragi, come quello del Caval marino nel Settecento".

Nives Concolino