Un negozio di cannabis light nel quale, tuttavia, si spacciava anche ‘vera’ marijuana. Ad aprirlo, in viale D’Annunzio a Riccione, era stato l’ex re delle calzature riminese Oscar Maggioli. Che per quella vicenda, portata alla luce dai carabinieri della Perla Verde nel dicembre del 2019, è stato condannato a due anni (pena sospesa). Tre anni e sei mesi era stata la richiesta della Procura di Rimini. A seguito del sequestro di sei etti di ‘erba’ da parte dei militari dell’Arma, Maggioli, difeso dall’avvocato Stefano Caroli, era già stato condannato in abbreviato ad un anno e otto mesi, pena ridotta in Appello ad un anno e quattro mesi. I giudici del Collegio hanno quindi applicato all’ex commerciante una pena di ulteriori otto mesi in continuazione per alcuni presunti episodi di spaccio che erano emersi durante l’attività di indagine dei carabinieri. Maggioli è stato invece assolto da alcuni dei capi di imputazione a lui contestati.
L’inchiesta nasce a seguito del blitz fatto scattare dai carabinieri della compagnia di Riccione nel dicembre del 2019, quando i militari dell’Arma perquisirono il canapa shop ‘Le Erbe di Grace’, gestito proprio da Maggioli, in viale D’Annunzio, nel cuore della Perla Verde. Un negozio di cosiddetta cannabis ‘light’, una sostanza perfettamente legale. Nel retrobottega del punto vendita, però, erano spuntati 610 grammi di marijuana, in questo caso con un principio attivo superiore al limite consentito dalla legge, e quindi del tutto illegale. Il commerciante era finito in manette, venendo rimesso in libertà il giorno seguente. Dopo i sequestri, tuttavia, i carabinieri avevano continuato ad indagare, documentando alcuni episodi di spaccio di modiche quantità di marijuana ad alcuni giovani, inclusi dei minorenni.
Nel corso dell’indagine, i militari si erano appostati all’esterno del punto vendita e avevano notato numerosi acquirenti, giovani e meno giovani, entrare ed uscire dal negozio gestito da Oscar Maggioli. Poi erano entrati e avevano compiuto una perquisizione. A prima vista sembrava tutto in regola, un normale negozio di cannabis light, uno di quelli sorti negli ultimi anni sulla scia della ’moda del momento’. Anche Maggioli, dopo aver chiuso il suo negozio di calzature in piazza Tre Martiri nel 2015, aveva scelto di intraprendere il business della cannabis light. Ma qualcosa non deve aver funzionato neanche in questo settore merceologico e alla cannabis light, almeno stando alle accuse, aveva deciso di aggiungere anche la marijuana vera.