Dall’edilizia agli artigiani Gli allergici alle carte di credito

Ortalli, Cna: "Chi non si è ancora adeguato è più che altro per problemi con le nuove tecnologie"

Trenta euro di sanzione a cui si aggiunge il 4% dell’importo del lavoro da pagare. E’ questo quanto rischiano idraulici, elettricisti o chi lavora da artigiano nel comparto edilizio. Sono questi i profili più a rischio per Matteo Ortalli presidente di Cna con l’entrata in vigore delle sanzioni per chi non consentirà i pagamenti a mezzo Pos. Con l’ultima finanziaria in materia di Pnrr sono entrate in vigore anche le sanzioni per chi non consente i pagamenti con carte di credito o bancomat. Il Pos in realtà era obbligatorio da anni, ma senza sanzioni era rimasta una ‘sacca’ di resistenza "soprattutto in quegli artigiani - precisa Ortalli - che sono meno giovani e meno avvezzi a utilizzare la tecnologia. Penso ad esempio a idraulici, il comparto edile, in generale a chi fa lavori a domicilio. Ma devo anche dire che si tratta di una minoranza. Oggi le aziende artigiane si sono adeguate. L’obbligo del Pos c’è da alcuni anni e c’è stato tempo per adeguarsi. Poi la tecnologia offre oggi diversi sistemi anche per i pagamenti a domicilio. Il Pos mobile ad esempio". Si tratta di sistemi che occupano poco spazio e sono veloci da utilizzare. Ma c’è anche chi vede il Pos come uno strumento del tutto inutile. "Per noi agenti immobiliari non ha molto senso doverlo avere - spiega Nello Salvati presidente Fimaa -. Potrei capire per chi fa anche locazioni, laddove vi è una commissione. Ma per chi fa compravendite non ne vedo la possibilità di utilizzo. Direi che i massimali che una persona può avere sulla propria carta non arrivano a coprire l’acquisto di un alloggio. Poi se l’obiettivo era denunciare per intero le somme di pagamento, noi agenti già oggi siamo obbligati dalla legge a dare al notaio gli estremi del pagamento che deve essere tracciabile. Dunque a cosa serve il Pos?". Intanto Mauro Vanni presidente di Confartigianato imprese balneari assicura che "i bagnini da anni si sono adeguati. Salvo casi eccezionali tutti diamo la possibilità di pagamenti a mezzo Pos. Il problema semmai sono le commissioni. Per un lettino da 5 euro oltre al 22% di Iva mi ritrovo le commissioni che a seconda delle carte di credito utilizzate variano da 1,5%, ad esempio, fino addirittura al 3%. Questi sono costi che devono pagare le aziende". Insomma, se dopo anni di obbligo anche i più resistenti alle novità nelle varie categorie professionali si stanno adeguando, resta il problema delle commissioni che gravano sui bilanci e non solo. "Il nostro territorio - spiega Giuseppe Savoli presidente dell’Ordine dei commercialisti - è abituato a ospitare clienti ‘evoluti’ che fanno uso del pagamento con carta. Dunque quasi tutti gli esercenti nel corso degli ultimi anni si sono adeguati all’obbligo del Pos. Oggi viene introdotta la sanzione. Chi si è rifiuta di effettuare il pagamento elettronico viene sanzionato con 30 euro a cui sommare il 4% del valore della prestazione. Tuttavia il pagamento a mezzo Pos può essere anche un problema organizzativo e di bilancio, viste le commissioni, per chi ha un gran numero di transazioni per piccoli importi, penso a una caffetteria ad esempio. Se lo Stato ritiene questo uno strumento utile per tracciare i pagamenti, allora si potrebbe considerare anche uno sforzo sul fronte dei costi che gravano sulle aziende".

Andrea Oliva