
Il provvedimento del questore si aggiunge all’indagine penale sulla spedizione punitiva a Bellaria: quattro le misure aggravate.
di Francesco ZuppiroliNon si sono fatti attendere, i Daspo ai 13 ultras già denunciati e indagati nei giorni scorsi per la spedizione punitiva al circolo di Bellaria Monte del novembre scorso. Le misure arrivano dopo le perquisizioni e l’indagine penale per i reati di danneggiamento aggravato in concorso, lesioni personali aggravate in concorso e porto ingiustificato di strumenti atti ad offendere, a carico di 13 tifosi del Rimini calcio – tra cui due minorenni – identificati come parte del commando da una ventina di facinorosi che fece irruzione nel circolo noto per essere punto di ritrovo dei tifosi del Cesena.
Nello specifico, si tratta di dispositivi emessi dal questore Olimpia Abbate che inibiscono l’accesso a qualsiasi manifestazione sportiva di carattere competitivo sul territorio nazionale per un tempo che varia tra un minimo di 3 anni a un massimo di 10, per un complessivo di ben 56 anni di inibizione complessiva tra tutti e 13 gli ultras interessati. Questo quanto previsto con l’aggiunta di quattro divieti cosiddetti aggravati, ovvero con obbligo di firma presso gli Uffici di Polizia in concomitanza delle partite del Rimini calcio.
Questa seconda azione delle forze dell’ordine nei confronti dei componenti di un commando del quale mancherebbero comunque all’appello ancora alcuni partecipanti, arriva a seguito del gravissimo episodio del 2 novembre scorso, quando alla sera si verificò l’assalto al circolo ricreativo di Bellaria Monte, luogo abituale di ritrovo della Gioventù Bellariese, gruppo da sempre legato agli ultrà del Cesena. Verso le 23.15, una ventina di persone incappucciate avevano fatto irruzione armate di spranghe, fumogeni e bombe carta, devastando il locale, incendiando tavoli e mobili e danneggiando gravemente alcune auto parcheggiate in strada. Qualcuno, tra i presenti, era anche rimasto ferito in modo serio: un ragazzo era stato ricoverato in terapia intensiva e successivamente dimesso con una prognosi di 40 giorni.
Un episodio di una violenza inaudita, immortalato dagli occhi elettronici delle telecamere. Le indagini, proseguite per mesi e mesi (ed estese non solo all’ambiente del tifo calcistico ma anche a quello del mondo del basket), hanno portato al blitz di qualche giorno fa, condotto in maniera congiunta dai carabinieri del comando provinciale e dagli agenti della questura di Rimini. E ora, per i 13 indagati – che sono difesi a vario titolo dagli avvocati Marco Pastocchi e Umberto De Gregorio (5 indagati, per i quali nei prossimi giorni verranno depositate alcune memorie difensive), Giovanna Ollà, Massimiliano Orrù e Thomas Coppola – è arrivato anche il Daspo. Nel corso delle perquisizioni, le forze dell’ordine avevano sequestrato una mazza da baseball, un manganello e altri oggetti che si ritiene possano essere in qualche modo collegati con il raid messo in atto a Bellaria Monte.