Dehor Rimini, arriva la scure della Soprintendenza

Verande e tende nel mirino: le attuali andranno progressivamente smontate. Tremano un centinaio di locali del centro storico

Dehor

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Rimini, 23 ottobre 2019 - Via i dehor, che dovranno essere smontati durante e poi rimontati con l’arrivo della primavera. E via anche le attuali tende: tutte (comprese quelle dei negozi) dovranno essere progressivamente rimosse e sostituite da altre agganciate agli infissi interni, e non più alla facciata.

È la linea dura varata dalla Soprintendenza per il centro storico di Rimini (borgo di San Giuliano compreso) dopo gli abusi contestati a diversi locali nell’inverno scorso. Su segnalazione della Soprintendenza, i carabinieri forestali hanno constatato come diversi dehor allestiti fuori dai locali violino le norme, perché di fatto non sono semplici verande ma spazi chiusi da vetri o paratie laterali in plastica o plexiglas fino al soffitto, con pedane fisse e tende ancorate alla pavimentazione.

Strutture tutt’altro che amovibili, secondo la Soprintendenza, presenti sul suolo pubblico per dodici mesi l’anno. Per l’ente di tutela la situazione non è più tollerabile, anche per i locali che avevano ottenuto (legittamente) concessioni annuali per poter mantenere i dehor tutto l’anno. Man mano che le concessioni scadranno le verande andranno smontate e potranno essere rimontate solo per otto mesi l’anno, da marzo a ottobre. Per la sostituzione delle tende invece i tempi saranno più lunghi, anche se alcuni locali si sono già dovuti adeguare (uno anche in piazza Cavour) togliendo quelle attuali.

Il giro di vite sui dehor si è allargato pure ai locali della Vecchia pescheria, che hanno solo sedie, tavoli e tende ma niente verande. Anche a loro la Soprintendenza ha negato, come sta facendo con altri locali, il rinnovo dell’uso del suolo pubblico. Il tutto in attesa delle nuove norme che il Comune di Rimini sarà costretto ad adottare per andare incontro alle linee dettate dalla Soprintendenza. La situazione sta facendo tremare un centinaio di bar e ristoranti tra il centro storico e borgo San Giuliano. Molti di questi hanno già messo in campo gli avvocati, nel tentativo di evitare di dover smontare tutto. Anche perché ci sono locali che hanno fatto i dehor nuovi da poco (in piazza Cavour e in piazzetta San Martino, dietro al Fulgor, ad esempio) seguendo le indicazioni dettate dal Comune e spendendo migliaia di euro per adeguarsi. Se la Soprintendenza non cambierà le direttive saranno costretti a buttare via parte degli arredi per acquistarne altri conformi alle nuove indicazioni. Probabile che si arrivi ai contenziosi in molti casi. Ma il danno non è solo per gli operatori. Anche il Comune ne pagherà gli effetti, perdendo una bella fetta degli incassi dal canone di occupazione del suolo pubblico.