Rimini, 5 aprile 2025 – È il 4 settembre del 2024 e Valeria Bartolucci incontra il marito Louis Dassilva, in carcere perché accusato dell’omicidio di Pierina Paganelli, nella sala colloquio dei ‘Casetti’.
Quella conversazione, secondo gli inquirenti, potrebbe assumere ora una grande valenza investigativa, perché agli occhi di chi indaga metterebbe in luce i dubbi e le incertezze di Valeria sugli spostamenti compiuti dal 35enne senegalese la sera del 3 ottobre del 2023, quando Pierina è stata massacrata con 29 coltellate nel garage di via del Ciclamino.
E’ uno dei passaggi fondamentali confluiti nei 24 atti di indagine messi a disposizione dagli inquirenti riminesi alle parti e quindi alla difesa di Dassilva, i legali Riario Fabbri e Andrea Guidi.

Il dialogo in carcere tra Valeria e Louis si apre con l’annuncio riguardante l’esito dei test sul materiale genetico. Bartolucci comunica al marito la notizia che il Dna rinvenuto nel sotterraneo in cui è stata uccisa Pierina non è il suo. Dassilva sorride e si fa il segno della croce, poi i due si abbracciano e iniziano a parlare.
“Incredibile” commenta Louis. “La Procura adesso deve dimostrare che tu eri sulla scena del crimine – dice Valeria –. Hai un testimone oculare che ti dice che eri a casa. Anche se eri uscito (...) al massimo potrai dire che sei un bugiardo, che hai mentito, che sei andato a buttare l’immondizia, dopo hai saputo dell’omicidio e non volevi dire che eri uscito perché avevi paura che ti davano la colpa”.
Gli inquirenti sembrano leggere in quelle parole pronunciate da Bartolucci un tentativo di suggerire al marito eventuali giustificazioni circa una sua potenziale uscita di casa.
La donna, sempre secondo gli inquirenti, non sarebbe in grado di collocare con certezza il marito nell’appartamento. Le affermazioni di Valeria rappresentano d’altra parte il principale alibi di Dassilva.
Quella sera, i due avrebbero guardato insieme un film, con Valeria si era addormentata sul divano poco dopo le 20. Secondo il suo racconto, si era poi svegliata intorno alle 21.55 ed era andata a proseguire il sonno nel letto mentre il marito era rimasto a dormire sul divano ancora dolorante per un incidente avvenuto alcuni giorni prima.
“Alle 22.13 Louis era sul divano con i piedi sul cuscino – aveva sottolineato Bartolucci in un’intervista in Tv – e non posso dire se ho mai dubitato, perché dovrei dire che dubito di quello che ho visto con i miei occhi”.
Intanto è attesa per la prossima settimana la decisione del gip Vinicio Cantarini sulla scarcerazione di Louis.
La richiesta di scarcerazione è stata presentata dai legali di Dassilva, Riario Fabbri e Andrea Guidi, a seguito dei primi risultati preliminari degli incidenti probatori riferiti all’esame del Dna e del video della cam 3 della farmacia di via del Ciclamino.
I test genetici avrebbero infatti escluso la presenza di tracce di Dna di Louis sulla scea del delitto, mentre l’incidente probatorio sulla cam ha mostrato che il soggetto immortalato dal video è di statura più bassa rispetto a quella di Dassilva, anche se al momento si attendono ancora le comparazioni riferite al colore della pelle.
Prima di decidere, tuttavia, il gip ha voluto sentire in incidente probatorio la nuora della vittima, Manuela Bianchi, ex amante di Louis, per cristallizzare le sue dichiarazioni riferite alla mattina del 4 ottobre del 2023: la donna ha affermato di aver incontro Dassilva, al suo rientro a casa, e che il 35enne le avrebbe detto che c’era una donna stesa a terra dietro la porta tagliafuoco.