È notizia di queste settimane che è in atto una vera e propria deserificazione bancaria, in provincia di Rimini e a soffrire sono soprattutto i piccoli Comuni.  Il presidente di RivieraBanca, Fausto Caldari (foto), è preoccupato per un fenomeno che impoverisce il territorio e danneggia l’economia locale, ma, allo stesso tempo determinato, nel provare ad incidere proprio su quel territorio. "Gli studi di illustri economisti e di grandi Università convengono nel sostenere che la chiusura degli sportelli bancari, incidono negativamente sulla disponibilità del credito stesso e sul mercato del lavoro determinando una decrescita del tasso di occupazione. Aumentano i Comuni sprovvisti di servizi bancari, determinando nel nostro sistema, meno credito, meno imprese, meno lavoro, meno giovani, e ciò a scapito soprattutto delle persone che vivono e lavorano nei piccoli paesi, sprovvisti di una banca". Quali sono secondo lei i motivi di queste scelte da parte delle banche? "L’incremento dei costi, causa principale della riduzione delle filiali, che è dovuto anche alle transizioni in atto, quali le conversioni energetiche, digitali e del lavoro, che per il momento non tengono conto di quella regola sociale di far pagare di più a chi dispone di una maggior possibilità economica riducendo così le disuguaglianze".  Cosa significa uno sportello sul territorio? "La presenza di almeno una filiale è importante anche per un aspetto sociale, per le esigenze delle comunità e, nel nostro caso, per i valori che una banca di Credito Cooperativo, come la nostra, riesce a trasmettere in termini di azione sociale e mutualistica, culturale. Circa 11.000 abitanti residenti nei nostri territori, sono sprovvisti di servizi bancari".  E la politica, secondo lei, come si muove? "Le autorità politiche ed amministrative hanno lanciato un forte grido di allarme, perché col tempo questa grave mancanza costituisce un fattore di emarginazione e di spopolamento con gravi ripercussioni, soprattutto sul mondo giovanile".  In tutto questo, cosa può fare una Bcc, come RivieraBanca? "Un patto sociale tra banca e territorio. La nostra non è solo una banca, non è solo un’azienda, non deve rispondere solo ai soci e clienti, ma anche ad una comunità locale interessata che ci segue con attenzione".

Cronaca

È notizia di queste settimane che è in atto una vera e propria
deserificazione bancaria, in provincia di Rimini e a soffrire sono soprattutto i piccoli Comuni. 
Il presidente di RivieraBanca, Fausto Caldari (foto), è preoccupato per un fenomeno che impoverisce il territorio e danneggia l’economia locale, ma, allo stesso tempo determinato, nel provare ad incidere proprio su quel territorio.
"Gli studi di illustri economisti e di grandi Università convengono nel sostenere che la chiusura degli sportelli bancari, incidono negativamente sulla disponibilità del credito stesso e sul mercato del lavoro determinando una decrescita del tasso di occupazione. Aumentano i Comuni sprovvisti di servizi bancari, determinando nel nostro sistema, meno credito, meno imprese, meno lavoro, meno giovani, e ciò a scapito soprattutto delle persone che vivono e lavorano nei piccoli paesi, sprovvisti di una banca".
Quali sono secondo lei i motivi di queste scelte da parte delle banche?
"L’incremento dei costi, causa principale della riduzione delle filiali, che è dovuto anche alle transizioni in atto, quali le conversioni energetiche, digitali e del lavoro, che per il momento non tengono conto di quella regola sociale di far pagare di più a chi dispone di una maggior possibilità economica riducendo così le disuguaglianze". 
Cosa significa uno sportello sul territorio?
"La presenza di almeno una filiale è importante anche per un aspetto sociale, per le esigenze delle comunità e, nel nostro caso, per i valori che una banca di Credito Cooperativo, come la nostra, riesce a trasmettere in termini di azione sociale e mutualistica, culturale. Circa 11.000 abitanti residenti nei nostri territori, sono sprovvisti di servizi bancari". 
E la politica, secondo lei, come si muove?
"Le autorità politiche ed amministrative hanno lanciato un forte grido di allarme, perché col tempo questa grave mancanza costituisce un fattore di emarginazione e di spopolamento con gravi ripercussioni, soprattutto sul mondo giovanile". 
In tutto questo, cosa può fare una Bcc, come RivieraBanca?
"Un patto sociale tra banca e territorio. La nostra non è solo una banca, non è solo un’azienda, non deve rispondere solo ai soci e clienti, ma anche ad una comunità locale interessata che ci segue con attenzione".

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