Dieci medici in meno, pronto soccorso in tilt

Al Ceccarini giovedì notte oltre settanta persone in attesa. La direttrice Caruso: "Tra luglio e settembre arriveranno forze fresche"

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La carenza di personale medico non risparmia il Pronto soccorso di Riccione, dove di recente un signore, in seguito a un significativo taglio in testa, procurato da una caduta, a mezzanotte si è trovato tra una settantina di pazienti in fila. Un numero elevato, soprattutto considerato l’orario. Non è la prima volta poi che accade un episodio del genere. Sono infatti diverse le lamentele di chi è costretto a stazionare, per molte ore nelle sale d’attesa, dopo essere stato visto dal personale del triage riccionese. E accade soprattutto con i codici non urgenti, pur senza lenire un’attesa che diventa così estenuante e snervante per gli utenti.

"Il Ceccarini – lamentano alcuni pazienti – merita di più, così si rischia lo sfascio, perché in estate con decine di migliaia di turisti il problema si acuisce". La popolazione di Riccione infatti si moltiplica, mentre i medici in servizio si dimezzano. Erano infatti quindici quelli in forze negli anni prepandemia, ora invece sono rimasti solo in cinque e "ne servirebbero altri sette o otto" confermano al Ceccarini. Intanto tra luglio e settembre ne arriveranno cinque, che hanno partecipato al concorso indetto i mesi scorsi dall’Azienda sanitaria.

Per garantire il servizio, si tampona nel frattempo con altri progetti e contratti. Ma per quale motivo l’équipe dei camici bianchi si è ridotta? "Non è più come una volta, ora i medici giovani hanno una carriera variegata, stanno un po’ qua, poi vanno a fare gli specialisti, pneumologi, internisti, pediatri, ginecologi, hanno più opportunità, possono fare quel che vogliono per cui prendono altre strade meno faticose – spiega la direttrice Bianca Caruso –. D’altra parte qui ci sono da fare anche le notti, si è sempre disponibili. Pertanto l’organico con i medici di Pronto soccorso fissi, che lì nascono e muoiono, non esiste più. Un problema complesso, difficile da spiegare in breve". Ma il problema che persiste al Ceccarini si potrebbe compensare con un tourn over. "Si compensa con altri medici di Pronto Soccorso e colleghi che magari fanno altri lavori, ma che si prestano a effettuare alcuni turni qui, come fanno tutti – rimarca la direttrice –. Oppure con medici di continuità assistenziale, dell’emergenza. Il Pronto soccorso ora è questo. Non c’è un medico strutturato e basta. Il servizio noi comunque lo garantiamo in tutte le postazioni 24 ore su 24. L’attesa c’è ma sui codici verdi e sui bianchi che sono prestazioni senza alcuna urgenza, sugli altri siamo assolutamente nei limiti regionali: mezzora per i gialli oltre mezzora per la rivalutazione, i rossi entrano subito".

E in chiosa la Caruso infila la raccomandazione: "usare il Pronto soccorso in maniera utile e intelligente, cum grano salis, ossia che venga solo chi ha vero bisogno, perché questo è un servizio di emergenza e urgenza. Se usato in modo appropriato, possiamo ancora farcela, nonostante le difficoltà. Per il resto abbiamo altri servizi alternativi, come la Guardia medica estiva".

Nives Concolino