Dig Awards a Modena, pronto il ricorso

L’ordinanza del Tribunale di Rimini conferma l’evento a Riccione, ma consente all’Associazione D di organizzarlo anche in un’altra città. .

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I Dig Awards devono tenersi a Riccione, ma possono anche tenersi a Modena, come previsto dall’associazione D che li sta organizzando per il mese di ottobre. L’ordinanza del tribunale di Rimini dello scorso 20 luglio, a cui era ricorso il Comune di Riccione dopo l’annuncio dell’associazione D di trasferire i Dig, alla fine non accontenta nessuno. Mastica amaro il Comune che lunedì presenterà reclamo contro l’ordinanza ed ha già confermato il mandato all’avvocato Marco Ernesto Perrone che lo assiste in questa vicenda. Secondo il tribunale il Comune ha ragione nel chiedere il rispetto dell’accordo che prevedeva manifestazioni curate dall’Associazione per tre anni a Riccione, incluso il 2020. "Sono dunque state ritenute infondate - spiega l’avvocato - le accuse rivolte dall’associazione all’amministrazione di aver adottato atti illegittimi perché approvativi di proposte presentate da soggetto che non veniva giudicato legittimato, ossia dal segretario della compagine associativa, in luogo del presidente. Il giudice ha pertanto condannato l’associazione a dare esecuzione agli impegni assunti nel programma inclusa la realizzazione a Riccione per l’anno 2020 del concorso internazionale Dig Awards. Ha tuttavia ritenuto di non vietare all’associazione di svolgere un analogo concorso, già bandito, nel Comune di Modena". Problema non da poco per la giunta Tosi perché in questo modo l’unicità dell’evento viene a mancare, e di conseguenza anche il legame con la città di Riccione. "Il giudice ha confuso la libertà di svolgere iniziative analoghe con l’unicità del concorso Dig Awards" contesta l’avvocato.

A volere presentare reclamo è anche l’Associazione D "contro questa sentenza che riteniamo ingiusta nella parte in cui ci impone di organizzare a Riccione non il programma dettagliato da noi proposto il 9 dicembre 2019, ma il progetto protocollato due giorni dopo che noi non abbiamo mai presentato e che non rappresenta le nostre volontà. Non abbiamo alcun dubbio sulla necessità di ricorrere, poiché consideriamo sbagliati anche altri passaggi della decisione del giudice, che, addirittura, condanna un’associazione senza fini di lucro, per di più convenuta e non ricorrente, al pagamento di oltre 3mila euro di spese legali". Nella sostanza il giudice Elisa Dai Checchi conferma il rispetto dell’accordo stipulato con il Comune, "si tratta del programma di un festival di tre giorni, dall’1 al 3 maggio 2020 – che inevitabilmente sarà spostato in inverno –, presentato all’insaputa di tutti i soci" precisano dall’associazione. Allo stesso tempo l’ordinanza ribadisce anche l’indipendenza dell’associazione D di organizzare altrove un evento, il che conferma il festival a Modena in ottobre prescisano dai Dig.

Andrea Oliva