Disagi nel Pronto soccorso riaperto a metà

Santarcangelo, il reparto ancora chiuso dalle 20 alle 8: le proteste dei pazienti costretti ad andare a Rimini.

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"Ci spiace, ma dobbiamo chiudere. Vi portiamo in ambulanza all’ospedale di Rimini". Questo è quello che si sente rispondere chi va in Pronto soccorso a Santarcangelo dopo le 19,30. Sì perché il reparto d’emergenza del ’Franchini’ è ancora a mezzo servizio. Riaperto il 19 giugno, dopo quasi tre mesi di chiusura a causa della riorganizzazione di medici e infermieri per l’emergenza sanitaria, il Pronto soccorso lavora ancora soltanto 12 ore al giorno per la mancanza di personale. La carenza di organico c’era già prima che scoppiasse l’epidemia, e l’impossibilità di fare i concorsi per l’assunzione di nuovi medici (a causa del lockdown) ha costretto l’Ausl a riaprire il reparto, per ora, dalle 8 alle 20. Perché si torni alla normalità e il Pronto soccorso resti aperto aperto 24 ore al giorno, bisognerà attendere ancora alcune settimane. Una situazione che sta creando parecchi disagi, perché a Santarcangelo vanno anche pazienti da Rimini, da Bellaria, e dai comuni della Valmarecchia. Anche perché chi si reca poco prima delle 20 ha solo due alternative: o va a Rimini (in ambulanza) oppure torna a casa, se il problema non è grave, e ripassa in Pronto soccorso il giorno dopo.

Non pochi pazienti hanno protestato per la chiusura del reparto alle 20, nonostante le spiegazioni fornite da medici e infermieri. E’ una situazionte temporanea, ma che col passare delle settimane sta diventando sempre più complicata da gestire da parte del personale medico e sanitario del ’Franchini’. A oggi non è chiaro quando arriveranno i rinforzi che permetteranno la riapertura 24 ore al giorno.

Problematica è anche la situazione della chirurgia senologica. Il reparto, come aveva promesso l’Ausl, è rientrato a Santarcangelo, ma l’attività è ripresa solo parziamente. In pratica al ’Franchini’ l’equipe diretta da Domenico Samorani opera solo al martedì e al mercoledì, mentre al lunedì, al giovedì e al venerdì gli interventi vengono ancora effettuati alla clinica privata Villa Maria di Rimini, dove la chirurgia era stata trasferita nei mesi di picco dell’epidemia. Il personale medico si divide così tra Santarcangelo e Rimini (chi è operato alla VIlla Maria poi resta ricoverato lì). Anche qui c’è carenza di organico, in particolare di infermieri. Il reparto ha chiesto anche una maggiore dotazione di anestesisti rianimatori per riprendere la normale attività chirurgica. Ma perché la situazione in chirurgia torni a regime ci vorranno ancora mesi, visto che sono iniziati nel frattempo i lavori di riqualificazione.