Rimini, la discoteca senza alcol fa il tutto esaurito

La festa al Coconuts ha fatto boom. Paesani: "I ragazzi hanno dimostrato che sanno divertirsi senza esagerare"

Migration

Rimini, 31 gennaio 2020 - Il massimo dello sballo consentito (si fa per dire...) era la Redbull. Vietato qualsiasi tipo di alcolico e perfino le birre analcoliche. Per i ragazzi in pista solo acqua, succhi di frutta, bibite gassate ed energetiche. "Eppure è stato un successo. Abbiamo fatto 1.300 ingressi, quasi tutti i ragazzi arrivati nel locale erano minorenni e si sono divertiti senza toccare un goccio di alcol". Lucio Paesani, titolare del Coconuts, considera la serata di sabato scorso "un esperimento, anche se avevamo fatto una festa simile, pensata per i minorenni, già un’altra volta. Ma mai prima avevamo messo tanti divieti e ‘paletti’ come per la serata del 25 gennaio".

Il primo divieto riguardava proprio gli alcolici nella pista principale. "Non ci siamo solo limitati a non servirli: non c’erano proprio nei bar...". Chi voleva bere, "doveva accedere al privè, ma soltanto se maggiorenne". Per distinguere minorenni da maggiorenni, ai primi è stato applicato il classico braccialetto all’ingresso del Coconuts. "Ma non tutti i minorenni potevano entrare alla serata – precisa Paesani – Solo quelli che avevano compiuto 16 anni, con tanto di liberatoria firmata dai genitori. A quelli appena più piccoli, di 15 anni o giù di lì, abbiamo dato la possibilità di entrare solo se anche loro presentavano prima, nel pomeriggio, la liberatoria firmata dalle famiglie". Per Paesani questa "è stata una delle novità più importanti. Tante volte capita che i ragazzi escano alla sera senza dire ai genitori dove vanno. Stavolta mamma e papà non potevano non sapere".

Per evitare che i giovani bevessero alcolici fuori dal Coconuts durante la serata (magari andando in qualche minimarket o nascendo le bottiglie fuori dal locale) "abbiamo imposto una regola: prima delle 2,30 niente timbro per poter uscire e rientrare nel locale. Chi usciva prima di quell’ora, se voleva tornare dentro doveva pagare un secondo biglietto". In questo modo "abbiamo ridotto drasticamente il consumo smodato di alcol fuori dalle discoteche, che è il vero problema. Nessuno ha praticamente alzato il gomito durante la serata: siamo dovuti intervenire soltanto per 5 ragazzi, naturalmente maggiorenni, che avevano esagerato. Ma stiamo parlando di 5 su 1.300..".

Insomma , per il titolare del Coconuts "l’esperimento ha funzionato alla grande. Ci ha dimostrato che i ragazzi oggi sanno ancora divertirsi senza esagerare o, peggio ancora, ubriacarsi. E per stare sul sicuro, nell’area dove si potevano bere alcolici abbiamo messo i drink al prezzo di 10 euro l’uno. Avendo deciso di far pagare dai 15 ai 20 euro il biglietto d’ingresso, è evidente che anche per i maggiorenni sarebbe stato difficile ubriacarsi, visti i prezzi". Per Paesani è stata "una serata da incorniciare. Le regole d’ingaggi erano chiare, e i ragazzi si sono comportati molto bene. Dobbiamo iniziare a organizzare serate per i minorenni che abbiano determinate caratteristiche e consentano loro di divertirsi in tutta sicurezza".