Rimini, sposa giovane dominicana. Perde l’eredità di 4 milioni

L’uomo è a processo per non aver pagato gli alimenti alla figlia

Matrimonio

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Rimini, 13 dicembre 2018 - Diseredato e senza più un euro, a processo per non aver versato dal 2011 gli alimenti alla figlia. La sua colpa? Aver sposato, contro la volontà dei genitori, una straniera. È questa la storia di A.S., l’erede di una ricca famiglia che ieri è comparso, difeso dall’avvocato Cesarina Mitaritonna, davanti al giudice per rispondere deli mancato versamento degli alimenti alla ragazza.

L’imputato non ha mai lavorato un giorno nella sua vita. Ed è arrivato alla bellezza di 72 anni senza farlo. E questo grazie a papà e mamma, che gli hanno consentito di fare una bella vita. Ma tutto è cambiato, all’improvviso, quando ha presentato ai genirori quella che sarebbe poi diventata sua moglie: una donna originaria di Santo Domingo, di 16 anni più giovane di lui.

«Noi quella lì non la vogliamo, è una straniera», gli avrebbero detto trent’anni fa papà e mamma, possidenti terrieri della provincia di Ravenna. Un patrimonio con diciotto immobili del valore che s’aggira sui 4 milioni di euro. I due inflessibili genitori erano stati categorici: «Se la sposi, noi ti diserediamo e perderai tutto». Ma l’uomo, allora quarantenne, non ci aveva pensato troppo su e, folle d’amore, aveva sposato la sua bella dominicana che nel 1992 gli ha anche dato una figlia.

I guai, per l’uomo, sono arrivati nel 1994, quando è morto il padre e ha scoperto di essere stato escluso dal testamento. Allora era emerso che di quei diciotto immobili che valevano allora più di mezzo miliardo delle vecchie lire, non gli sarebbe spettato nulla. Nel 2003 era poi arrivata la tegola del divorzio.

Il giudice Talia aveva stabilito che passasse gli alimenti alla figlia, prima 450 euro, poi 780. Denaro che era sempre stato elargito dalla madre dell’imputato. Ma nel 2011 anche la mamma muore. Convinto di ereditare tutto il patrimonio, l’uomo si è ritrovato, invece, in bolletta con parte del patrimonio andato alle suore. Neanche la causa che aveva intrapreso, è andata a buon fine. E dal decesso della madre, A.S. non ha più versato nulla alla figlia.

«Non ho più un soldo, non mi è stato lasciato nulla dai miei genitori – si è giustificato davanti al giudice – ho solo una misera pensione». Il prossimo 18 marzo durante l’udienza si avrà la discussione finale con la sentenza del giudice Pelusi.