"Docce brevi e giochi non lavati" Siccità, giro di vite in spiaggia

La Regione limita l’uso dell’acqua, stop anche all’irrigazione del verde in parchi e alberghi. Ma secondo un’indagine del ’Sole’ Rimini resta una delle province con il migliore clima in Italia

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di Andrea Oliva

Vietato sprecare acqua in spiaggia. La doccia andrà limitata e contenuta, con l’acqua della rete idrica non potranno più essere lavati i giochi o altre attrezzature. E’ quanto scritto nella delibera della giunta regionale di venerdì scorso. In municipio, a Rimini, la novità della Regione è giunta ieri. "Stiamo valutando come eventualmente integrare l’attuale ordinanza comunale, che limita gli usi dell’acqua potabile – precisa l’assessore all’Ambiente Anna Montini – anche se per esperienza vedo che già oggi l’utilizzo delle docce in tanti stabilimenti è regolato da gettoni o altri metodi che limitano gli sprechi".

E’ la prima volta che i provvedimenti regionali stravolgono le abitudini del popolo della spiaggia. Uno dei punti della delibera parla di "obbligo, per tutti i gestori degli stabilimenti balneari operanti nei territori delle province di Ravenna, Rimini e Forlì-Cesena, di far osservare da parte degli utenti misure di contenimento degli sprechi invitando conseguentemente a un corretto utilizzo delle docce, con particolare riferimento a quelle non dotate di dispositivo di chiusura automatica, nonché a limitare gli utilizzi di altri punti di erogazione di acqua potabile per gli usi non strettamente necessari quali il lavaggio di giochi o altre attrezzature da spiaggia". Può sembrare un semplice consiglio, ma in spiaggia sono preoccupati. "Certo che lo siamo – dice Mauro Vanni presidente di Confartigianato imprese balneari – Prima di tutto viene il bene comune. E’ evidente la situazione di emergenza idrica che stiamo affrontando e il fatto che tutti dobbiamo adoperarci. Ma arrivare in pieno agosto dando questo messaggio, dunque con limitazioni all’uso di acqua anche in spiaggia, non è certo un bel segnale per il comparto turistico. E noi dobbiamo cercare di tutelare il turismo, soprattutto nel mese centrale dell’estate. Mi auguro che le perturbazioni meteo previste in questa settimana mitighino il problema". Se in settimana il cielo non dovesse aiutare, e le indicazioni contenute del documento regionale finire nelle ordinanze comunali, anche il gavettone a Ferragosto passerebbe da tradizione estiva a spreco.

La delibera regionale dice anche altro, e non usa mezzi termini quando parla di "sospensione dell’irrigazione di verde pubblico e privato, compresi quelli pertinenziali relativi a hotel, parchi giochi e campi da golf, nonché il lavaggio dei veicoli privati tramite acqua destinata prioritariamente a uso idropotabile", cosa che vale per tutte e tre le province romagnole. Ad oggi le limitazioni si riferiscono a fasce orarie. A Rimini ad esempio dalle 8 del mattino alle 8 di sera non si può innaffiare, mentre in diversi altri comuni si arriva alle 21.

In Romagna la situazione più difficile la vive il territorio di Ravenna che trae l’acqua per uso potabile dal Cer, il Canale emiliano romagnolo. La situazione ravennate sta coinvolgendo anche la nostra provincia. Con il Po’ ai minimi storici, infatti, si sta facendo largo l’ipotesi di alimentare l’uso idropotabile del ravennate con l’acqua di Ridracoli. "Certo è che se l’acqua dell’invaso di Ridracoli – spiega Tonino Bernabè presidente di Romagna acque – dovesse alimentare anche l’uso idropotabile di Ravenna, le previsioni sulla durata delle riserve per il resto del territorio romagnolo diminuirebbero. Da venerdì scorso a oggi le piogge nel nord Italia hanno migliorato la portata del Po’ e questo dovrebbe alleggerire la situazione. Per eventuali limitazioni attendiamo le ordinanze dei Comuni. Ovviamente i comportamenti dei singoli sono fondamentali e ottimizzare l’utilizzo dell’acqua diviene importante in questo periodo".