Dopo la sentenza In 500 non pagano più l’Imu sulla seconda casa "Ora controlli sui furbetti"

Per la Corte Costituzionale è possibile ottenere l’esenzione per più immobili, se rientrano tra le abitazioni principali. L’assessore: "Verifiche in corso".

Dopo la sentenza  In 500 non pagano più  l’Imu sulla seconda casa  "Ora controlli sui furbetti"
Dopo la sentenza In 500 non pagano più l’Imu sulla seconda casa "Ora controlli sui furbetti"

Quella sentenza ha avuto l’effetto di una ’bomba’, in tutta Italia. E nelle casse di Palazzo Garampi è già venuto a mancare – quasi – mezzo milione di euro. A tanto ammonta a Rimini il calo delle entrate dall’Imu che si paga sulla seconda casa. Secondo i calcoli degli uffici, sono almeno 450 i riminesi che negli ultimi mesi non hanno più versato l’imposta. Il motivo? La sentenza con cui la Corte Costituzionale, il 19 ottobre scorso, ha ’rivoluzionato’ il concetto di abitazione principale e, di conseguenza, l’applicazione dell’imposta. Sulla prima casa l’Imu non si paga da anni. Ma per la Corte Costituzionale va intesa, come abitazione principale, il luogo dove una persona ha la residenza anagrafica e la sua dimora abituale, a prescindere dalla residenza e dalla dimora degli altri componenti della famiglia. In pratica: è legittimo considerare prima casa anche l’abitazione dove il marito, la moglie o il convivente vivono abitualmente (per lavoro o altri motivi) anche se diversa da quella che è dichiarata prima casa ai fini dell’esenzione Imu. Per i giudici "nell’attuale contesto, caratterizzato dall’aumento della mobilità nel mercato del lavoro, dallo sviluppo dei sistemi di trasporto e tecnologici, dall’evoluzione dei costumi, è diventata sempre meno rara l’ipotesi che le persone unite in matrimonio o unione civile concordino di vivere in luoghi diversi, ricongiungendosi soltanto periodicamente, ad esempio nel fine settimana, ma restando nell’ambito di una comunione materiale e spirituale". Di conseguenza l’esensione Imu, ha stabilito la Corte Costituzionale, deve essere riconosciuta anche alle persone unite in matrimonio o in unione civile che vivono in immobili diversi, dove hanno dimora abituale e residenza anagrafica, per ciascuna delle rispettive case. Questo vale sia nel caso che le abitazioni si trovino nello stesso comune, sia in comuni diversi.

La sentenza è in vigore dal 20 ottobre: a partire da quella data l’Imu, per questi casi, non è più dovuta. Ed è retroattiva. Pertanto, chi finora ha pagato l’Imu sulla seconda casa pur utilizzandola come sua principale abitazione potrà chiederne il rimborso. Gli effetti del verdetto della Corte Costituzionale si sono già visti, anche a Rimini. Nei primi mesi dell’anno al Comune sono venute a mancare entrate da Imu per mezzo milione di euro. Stando alle stime degli uffici, sono circa 450 i riminesi che non pagano più l’Imu seconda casa dopo la sentenza. "Non vogliamo entrare nel merito della sentenza – spiega l’assessore al bilancio Juri Magrini – Ma le somme in ballo sono significative". Ecco perché "con i nostri uffici potenzieremo i controlli, per evitare e contrastare eventuali irregolarità e condotte fraudolenti. Verificheremo attentamente le richieste di esenzioni e anche di rimborsi. Un’azione che si rafforzerà nei prossimi mesi, allo scopo di far rispettare la nuova norma". I controlli del Comune si concentreranno su bollette, luoghi di lavoro, scuole frequentate dai figli e anche sul medico di base scelto dalle famiglie che richiedono l’esenzione Imu.

Manuel Spadazzi