Droni riminesi sulla Marmolada

L’azienda fornisce velivoli ai vigili del fuoco di Trento per il monitoraggio degli smottamenti

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di Mario Gradara

Droni riminesi usati dai vigili del fuoco di Trento per monitorare le montagne e cercare di evitare tragedie come quella della Marmolada, che lo scorso 3 luglio è costata la vita a undici persone, travolte da sassi e ghiaccio scesi verso valle a 300 km orari. Il test operativo sul campo, nonché corso di formazione per i pompieri trentini, è durato due giorni, terminato nel tardo pomeriggio di ieri. "Siamo stati contattati circa un mese fa, dopo la tragedia – spiega Fabio De Matteis, titolare della Dronebase di Rimini, che a primavera ha fornito droni tattici al governo polacco per sorvegliare la frontiera con l’Ucraina –. Volevano un drone che monitorasse eventuali smottamenti di terreno e ghiaccio, sul versante della montagna considerato a maggior rischio. Ma chiedevano un sistema che funzionasse in automatico, con voli programmabili a distanza, ad esempio, di un’ora uno dall’altro. Soprattutto, senza necessità di un pilota che lo seguisse da terra, in potenziale situazione di pericolo, ma da remoto, da una centrale operativa". Una soluzione inedita per l’Italia, per la quale Dronebase ha presentato in tempi molto stretti un progetto all’Enac (Ente nazionale aviazione civile, che regola anche i voli dei droni, ndr) che ha appena dato il via libera. Il velivolo fornito - per ora un esemplare - dall’azienda riminese al Trentino si chiama D-Base. Fa parte del sistema ’Drone in a Box’, autonomo e automatico per la gestione remota di droni senza pilota. Una scatola impermeabile, blindata - che somiglia a un barbecue - che contiene il drone pronto al decollo, adatto per lavorare con qualsiasi temperatura.

"Volerà sulla montagna anche d’inverno – prosegue De Matteis –. Scatta fotografie con una telecamera ad alta definizione da 45 megapixel, in punti predefiniti fissati da coordinate, che vengono poi confrontate con altre precedenti per verificare eventuali scostamenti dei profili montuosi". Una sorta di ’caccia all’errore’, molto seria, affidata a un software per i raffronti. "Inoltre rileva le eventuali variazioni di temperatura, altro elemento molto significativo in caso di sommovimento di terreno o ghiaccio".

D-Base è dotato di una vera e propria stazione metereologica e di una telecamera a 360°, capace di valutare le condizioni ambientali prima e durante il volo. "L’operatore dalla centrale operativa – conclude De Matteis – può pianificare missioni, di giorno o di notte, programmarle con un calendario in giornate ed orari prestabiliti, visionare le immagini termiche e fotografiche rilevate durante la missione, scaricare ed analizzare dati acquisiti. In caso di necessità può anche decidere di prendere i comandi del drone manualmente".