"Due donne, un solo dramma ne ’L’attesa’"

Anna Foglietta e Paola Minaccioni da oggi al Galli per la prima volta: "Vi raccontiamo i destini incrociati di una nobile e la sua serva"

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di Lina Colasanto

Una nobile e la sua serva. Due vite all’opposto, ma accomunate dallo stesso destino: scontare la vergogna di una gravidanza inaspettata ed essere recluse per nove mesi nella stessa stanza. Siamo nel Settecento e a dare voce e corpo alla ricca Cornelia è Anna Foglietta, invece a indossare le vesti della serva Rosa è Paola Minaccioni. Il duo è protagonista della pièce L’attesa, di Remo Binosi, con la regia di Michela Cescon. Le attrici sono in scena al Teatro Galli di Rimini da martedì a giovedì, alle 21. A raccontare l’intensità di questo spettacolo è Paola Minaccioni, tra le artiste più amate dal pubblico e da registi come Ferzan Ozpetek.

Cosa l’ha spinta ad accettare questo ruolo?

"L’idea di lavorare con Anna Foglietta e Michela Cescon, due colleghe e amiche che stimo molto, e poi la bellezza del testo. Avevo visto questo spettacolo nel ’94 e mi aveva colpito. La possibilità di interpretare questo ruolo mi ha attratta. Sono personaggi tragici sempre sul filo della commedia, a parte alcuni momenti drammatici".

Chi sono queste due donne?

"Apparentemente sono diverse, ma in realtà nessuna delle due può scegliere chi amare e cosa fare della sua vita. La serva è abusata da sempre, la nobile è promessa sposa a un Duca. Libere dagli schemi sociali si scoprono oltre il loro ruolo e nasce un’amicizia profonda. Il mio personaggio manifesta la forza di ribellarsi, una saggezza radicata nel concreto. L’altra filosofeggia su vita e morte. In questo possono essere considerate la stessa persona, tutti noi alterniamo momenti di saggezza popolare a riflessioni più ampie".

Attraverso la loro storia che temi vengono affrontati?

"Entrambe hanno agito per il proprio piacere e per questo sono punite. Si parla di amicizia, eros, maternità, differenza di classe, identità e libertà negata alle donne. L’autore ha costruito questi temi con una struttura drammaturgica molto forte".

Il pubblico può ancora riconoscersi in queste figure?

"L’ambientazione è settecentesca, ma potrebbe essere oggi, il tema della libertà personale è molto attuale".

Oltre il teatro, ci sono novità che può anticipare?

"Usciranno delle commedie, una è il sequel di Una famiglia mostruosa, poi c’è La guerra del Tiburtino III e Commedia pericolosa".

Per lei a Rimini è un ritorno giusto?

"Oltre al lavoro è una città a cui sono molto legata perché una mia cara amica è riminese".