È finita l’epoca dei cartelloni elettorali

Proliferano liste e candidati: plance collocate nei luoghi più impensabili, una stretta all’altra. Forza Italia: "Ma così non le vede nessuno"

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Manifesti ’ingabbiati’. Piazzati negli angoli dei parcheggi o nei giardini a ridosso dei condomini, dove l’erba alta e le zanzare sconsiglierebbero una tribuna politica. Le installazioni, come a ogni campagne elettorale, sono state posizionate in tutta la città di Rimini e negli altri comuni della provincia. Ma al momento sono pressoché ‘nude’. Pochi, anzi pochissimi i manifesti già affissi di liste e candidati.

Niente paura: nei prossimi giorni dovrebbero comparire gli ‘attacchini’ per riempirle di facce e slogan. Però l’effetto estetico che regalano non è dei migliori e soprattutto gli agglomerati di lamiera sfoggiati per ospitare i manifesti si sono allargati. Nella sola Rimini sono 25 i punti nei quali, da delibera comunale, sono presenti le plance. Questo per consentire una completa informazione ai cittadini delle varie zone e frazioni. Sono ben 17 le liste che si presentano alle elezioni politiche per la Camera e 18 quelle per il Senato. Poi ci sono gli spazi riservati ai candidati per i collegi uninoninali, 11 alla Camera e 12 al Senato. Chi guardando il tg si è fermato al ’terzo polo’ o poco più in là si ritroverà anche ‘Alternativa per l’Italia no green pass’ (nonostante da mesi non serva più il pass verde) o il ‘Partito animalista Ucdl’, ‘Italia sovrana e popolare’, ‘Sud chiama nord’, ‘Vita’ e così via. Per ospitarli sulle plance sono previsti spazi di due metri quadrati a lista, sia per la Camera che per il Senato, e manifesti di un metro per 70 centimetri per i candidati nei collegi. A conti fatti, solo a Rimini per ogni punto dove compaiono i manifesti il Comune ha dovuto mettere a disposizione circa 86 metri quadrati di lamiera. Il tutto moltiplicato per 25, che porta a oltre 2.100 metri di spazi per i manifesti elettorali. Visibilità massima, verrebbe da pensare, ed invece le prime proteste sono già arrivate.

"Messe così, per file paralelle, chi le vede? – obietta Mario Erbetta coordinatore di Forza Italia – Altrove, a Riccione, sono tutte in linea e ben visibili. Mentre quelle che ho visto a Rimini e altrove sono ingabbiate, difficilmente visibili". Nell’epoca dei social e dei Tik Tok dove anche un decano come Berlusconi si è votato alla legge dei follower, il manifesto resta uno dei simboli della campagna elettorale, ma con tante liste e decine di candidati chi entrerà nella ‘casa delle plance’ per vederli?

Andrea Oliva