Edifici vuoti, silenziosi, con accanto grandi prati sgombri e recintati. Dalle ex colonie, all’ex delfinario, all’ex questura. Luoghi significativi della città, dalla storia spesso travagliata, finiti per un motivo o per un altro sulla lista dei ruderi urbani che vanno sgretolandosi sotto l’instancabile azione del tempo. Adesso sono come delle pause nella vita della città, delle zone deserte dove non si vive e non si lavora. Cosa diventeranno? La loro sorte sarà giocata solo dai privati secondo le leggi di mercato, oppure lo Stato e gli enti locali hanno in mente qualche progetto? Manca forse una strategia globale di piano?
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