Enea Bruschi morto a San Marino, l'imprenditore trovato senza vita

Aveva 43 anni, era nella sua abitazione di Serravalle, l’allarme dato dai familiari ieri mattina. E’ stato tra i fondatori del Birrificio Abusivo

Enea Bruschi aveva 43 anni

Enea Bruschi aveva 43 anni

Repububblica di San Marino, 19 novembre 2019 - E’ stato trovato privo di vita ieri mattina, Enea Bruschi, 43 anni, imprenditore sammarinese, tra i fondatori del noto locale il Birrificio Abusivo e titolare di un altro ristorante a Serravalle. L’allarme è scattato intorno alle 8 da parte dei familiari. Il corpo di Bruschi era nella sua abitazione di Serravalle e sul posto sono immediatamente accorsi l’ambulanza e la pattuglia della Guardia di Rocca, poco dopo anche la Gendarmeria per il sopralluogo. Secondo le prime ipotesi Bruschi potrebbe essere stato colto da un malore che si è rivelato fatale. Sulla causa della morte dovrà, comunque, fare chiarezza l’autopsia che è già stata disposta dalla magistratura sammarinese.

La notizia si è sparsa nel territorio del Titano nel giro di pochissime ore e sui social sono arrivati messaggi non solo di dolore ma anche di stupore per l’improvvisa morte di Enea Bruschi, padre di due bambine. Il locale sammarinese di cui era uno degli ideatori, nel 2016 alla manifestazione più importante del settore, il Beer Attraction a Rimini, con la birra denominata “Illecita”, era stato premiato dalla giuria di Best Italian Beer. 

Ma il nome di Bruschi era diventato noto a Rimini, diversi anni prima, per un grave fatto di cronaca: il sammarinese era stato accusato di aver ucciso, investendolo con l’auto, in via Casalecchio a Miramare, un viado, che si faceva chiamare Alessandra (all’anagrafe Sostenes Arthemis Fonseca Ferreira) la notte del 17 ottobre 2002. Il 15 aprile del 2005 la Corte d’Assise di Rimini aveva assolto Bruschi dall’accusa di omicidio volontario e lo aveva condannato a tre anni e dieci mesi per omicidio colposo (il pm Luca Bertuzzi aveva chiesto 30 anni). Ma il 30 novembre dell’anno dopo la Corte d’Assise d’Appello di Bologna lo aveva condannato a 14 anni per omicidio volontario.

Il 27 settembre 2007 la Corte di Cassazione aveva annullato la sentenza di condanna per difetto di motivazioni e illogicità. Ma il 25 giugno del 2008 la seconda sezione della Corte d’ Assise Appello aveva riconociuto Bruschi colpevole di omicidio volontario e condannato di nuovo a 14 anni. Il legale di Bruschi, l’avvocato Veniero Accreman si era ancora una volta opposto e ai primi di luglio 2009 er aarrivata la nuova sentenza. «La quinta Sezione penale della Corte di Cassazione — affermava l’avvocato Accreman — ha chiuso la vicenda giudiziaria dichiarando che non si trattava di omicidio volontario, ma semplicemente di omicidio colposo». Una vicenda infinita per Bruschi che aveva sempre sostenuto di non aver mai voluto fare del male al viado, tantomeno investirlo. Un fatto che, nonostante il pronunciamento della Cassazione, aveva segnato profondamene Enea Bruschi.