Eolico: Rimini tiene le pale al largo "Il più lontano possibile dalla costa"

Per il Comune "la centrale va spostata oltre le 9,5 miglia, le compensazioni previste non bastano". Pichetto Fratin a Ecomondo: "Vento e sole sono il futuro, il mio non sarà un ministero del no"

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"Il mio non sarà un ministero del no". Le parole del ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin, pronunciate in collegamento ieri a Ecomondo, sono musica per le orecchie di chi vuole la centrale eolica al largo della costa riminese. Mentre suonano sinistre per chi sta cercando di contrastarne la realizzazione. Il ministro non ha fatto riferimento diretto al progetto di Energia Wind 2020. Si tratta di linee generali, ma illuminanti sui desiderata del governo. "Non possiamo avere procedure che durano anni – ha detto –. È necessario saper decidere e, nelle zone di dubbio, tenere insieme la valutazione ambientale ed economica con il contesto sociale". Il ministro ha parlato del futuro guardando "a un domani basato fondamentalmente sulle rinnovabili: sul sole, sul vento, sull’uso razionale dell’acqua, anche sulla ricerca nel nucleare". C’è voglia di accelerare: "Dobbiamo andare forte verso il dopo". Sono senz’altro le parole che attendeva Legambiente, sempre favorevole alla centrale eolica in mare davanti alla costa riminese. "Il parco eolico va fatto e va fatto alla svelta – spiegano dall’associazione – perché ha la potenzialità di fornire almeno la metà del fabbisogno di energia elettrica del territorio riminese".

A chi fino a oggi ha cercato di far passare l’idea che basta l’impianto in mare davanti al ravennate, Legambiente gioca al raddoppio vedendo positivamente entrambi, "anche se non si deve accettare ogni progetto a scatola chiusa, valutando in modo critico e proponendo modifiche e miglioramenti". È quanto sta cercando di fare il comune di Rimini attraverso le osservazioni presentate al Mite, il ministero preposto, affinché venga modificata la prima ipotesi presentata da Energia Wind 2020. Ipotesi, o layout A, che prevede le prime pale a 6 miglia dalla costa (circa 10 chilometri). Avere gli aerogeneratori alti oltre 200 metri, che diventano 300 con le pale che puntano verso l’alto, a sole 6 miglia è una idea che il municipio riminese scarta in blocco. "Per quanto riguarda il layout A, l’Ufficio per il paesaggio del Comune di Rimini ha espresso parere nettamente contrario. Le ipotesi formulate nella nuova versione del progetto (layout B, C e D) con distanza minima dalla costa di 9,5 miglia (e fino alle 18 miglia), introdotte dopo le osservazioni formulate dal Comune nel 2020 nell’ambito del procedimento di concessione demaniale, sono migliorative, tuttavia non accolgono pienamente la richiesta di allontanare il più possibile le pale eoliche dalla costa".

Per questo "il Comune di Rimini ha chiesto di prevedere un ulteriore allontanamento dalla linea di costa, riducendo del tutto l’impatto visivo". L’obiettivo è rendere ‘invisibili’ gli aerogeneratori. Inoltre "quanto proposto da Energia Wind 2020 in termini di interventi compensativi risulta ampiamente insufficiente rispetto alla portata dell’operazione. Ribadiamo come sia prioritario individuare azioni compensative concrete che incidano realmente sul contesto socio-economico e ambientale del Comune e del territorio interessato".

Andrea Oliva