Ermanno e Antonia, nozze d’oro con la Riviera

Da 50 anni la coppia milanese fa tappa all’hotel Mira di Rivazzurra. "Per noi una seconda famiglia, senza non è vera vacanza"

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di Giuseppe Di Matteo

’Stessa spiaggia, stesso mare’, recita una delle canzoni rimaste nel cuore di ogni italiano. E stesso hotel. Perché il cuore di Ermanno Bragonzi e Antonia Franceschini – coniugi ottantenni di Milano sposatisi nel lontano 1963 – da mezzo secolo si è fermato a Rivazzurra, a un fiato da Rimini, e in particolare tra le pareti dell’albergo Mira. Ogni estate, da 50 anni, la coppia bussa alla porta di questo albergo, gestito da tre generazioni dalla famiglia Melucci, dove cordialità e gentilezza si tramandano di generazione in generazione. Ma la ’fedeltà’ di Ermanno e Antonia è anche la tessera di un grande puzzle, la storia balneare della Riviera. "Li ho visti arrivare la prima volta quando in hotel lavoravano i miei nonni – racconta Stefano Melucci, l’attuale proprietario del Mira –. La Tv allora era in bianco e nero". Cartoline di una vita fa che rivivono nella voce di Antonia Franceschini – 80 anni e con un passato da sarta in una ditta di costumi da bagno (suo marito Ermanno, invece, lavorava in una tipografia, ndr) – che dall’altra parte della cornetta tradisce un po’ di emozione. "Per me e mio marito non è vera vacanza se non andiamo al Mira". E lo dice parlando proprio dal telefono dell’albergo.

Da mezzo secolo fedeli allo stesso hotel. Cosa vi ha fatti innamorare?

"Siamo sempre stati trattati benissimo, al Mira la gentilezza è di casa. È stato un amore a prima vista".

Come avete scoperto il Mira?

"Ce lo consigliò un’amica che lavorava con me. Così, nel’72, siamo venuti qui la prima volta. E da allora abbiamo deciso tornare ogni anno. Ma non solo: pensi che da 50 anni frequentiamo pure lo stesso Bagno, il 108. E abbiamo alloggiato sempre nella stessa camera da letto, la numero 10. Il tavolo dove mangiamo non l’abbiamo mai cambiato: è quello nell’angolo della sala da pranzo".

Dica la verità, in tutto questo c’è anche un po’ di scaramanzia?

"No, affatto. Ci piace e basta, tutto qui".

Quanto è cambiato l’albergo in tutti questi anni?

"Tantissimo. Quando siamo arrivati, c’erano i nonni di Stefano (Melucci, ndr), poi abbiamo visto lavorare i suoi genitori. E ora c’è lui. E siamo stati anche testimoni di tanti amori nati qui. Per anni ci ha serviti la signora Carla, la mamma di Stefano, che ora ha 85 anni".

E Rivazzurra è cambiata?

"Sì. Ai nostri tempi dove oggi si trova la gelateria 13 c’era una sala da ballo. Sono cambiate tante cose".

E vi piace ancora?

"Certo, altrimenti non verremmo qui tutti gli anni. Anche se ultimamente abbiamo notato un po’ di degrado per strada. E certi negozi ci piacciono meno di quelli di una volta".

Quando siete a Milano vi mancano Rivazzurra e il Mira?

"Un po’ sì, anche se stiamo comunque benissimo anche a casa nostra. E poi durante l’anno ci sentiamo spesso per telefono con i gestori dell’hotel, in fondo per noi questa è una seconda famiglia".

A proposito di famiglia: la tradizione continuerà anche con i vostri discendenti?

"Come no! Mia figlia Mara, che ha 50 anni, viene qui ogni estate da quando è nata. E lo stesso fa Alessia, mia nipote, che di anni ne ha 20".

Incredibile...

"Eppure per noi è tutto così naturale..."

Avete mai pensato di ’tradire’ il Mira? Anche una sola volta?

"Neanche per idea. Ovviamente in altri periodi dell’anno andiamo da qualche altra parte, ma in questo albergo ci verremo sempre, finché potremo".

Come vi spostate da Milano?

"Con la nostra lancia Ypsilon, che è un po’ vecchiarella pure lei, ma sempre fedele. Ci piace viaggiare, sa?".