Errore medico, operato a Forlì, riminese chiede i danni. “Potevo morire di appendicite, per il medico era cistite”

La Procura ha aperto un’inchiesta dopo la denuncia presentata da un assicuratore di 41 anni. "Al Pronto soccorso di Forlì sbagliata la prima diagnosi": ora pretende 200mila euro di risarcimento

Operato d'urgenza dopo una diagnosi 'sbagliata'?

Operato d'urgenza dopo una diagnosi 'sbagliata'?

Rimini, 6 marzo 2023 – “E’ solo una cistite, può tornare a casa sereno", l’aveva rassicurato il medico che l’aveva visitato la prima volta al Pronto soccorso. Invece dietro ai forti dolori all’addome e ad altri sintomi si nascondeva un problema molto più grave: un’appendicite acuta che 5 giorni dopo l’ha costretto a un intervento urgente. Lui, 41enne titolare di un’agenzia di assicurazioni a Rimini, ne porta ancora le conseguenze e ha deciso, attraverso l’avvocato Stefano Caroli, di sporgere denuncia. La Procura di Forlì ha aperto un’inchiesta e nominato già un perito: è il medico legale Donatella Fedeli.

I fatti risalgono a un anno fa. Il 5 gennaio l’uomo, che vive e lavora a Rimini (ma ha ancora la residenza a Forlì), si rivolge al medico di base per via della febbre alta e dei forti dolori alla pancia. Il dottore gli prescrive una cura antibiotica e lo invita ad andare in Pronto soccorso, nel caso in cui sintomi non spariscano nel giro di paio di giorni. Il male non sparisce e l’8 gennaio l’assicuratore va al Pronto soccorso del ’Morgagni’ di Forlì riferendo tutti i sintomi. Il medico che lo visita effettua vari esami, ma non l’ecografia all’addome suggerita dal 41enne visti i dolori. Il dottore è convinto si tratti "solo di una cistite" e visto che l’uomo confessa di averne già sofferto in passato rafforza la sua diagnosi e prescrive la cura.

Ma i dolori persistono, l’assicuratore si rivolge ad altri specialisti e il 13 (tramite visita privata) effettua l’ecografia all’addome. I risultati non lasciano dubbi: il medico ecografista spiega la situazione e gli consiglia di andare subito al pronto soccorso. Tornato al ’Morgagni’, stavolta con l’ecografia in mano l’assicuratore viene trattato in maniera molto diversa.

Viene ricoverato, gli fanno vari esami tra cui la Tac e una nuova ecografia, poi lo operano d’urgenza: aveva un’appendicite aggravatasi in peritonite. E durante l’intervento i chirurghi hanno dovuto rimuovere alcune parti dell’intestino: si erano necrotizzate. Dimesso dopo due settimane, il 41enne ha dovuto seguire cure e dieta particolari e soffre ancora delle conseguenze.

Deciso ad andare fino in fondo alla questione, l’assicuratore si è rivolto a un medico legale, il professor Adriano Tagliabracci, che ha confermato come la diagnosi errata e i mancati esami siano stati determinanti per l’aggravamento della malattia. Il 41enne "ha rischiato di morire", osserva l’avvocato Caroli, sulla base della relazione di Tagliabracci. Ora si attende quella del perito della Procura. L’assicuratore è pronto a chiedere un risarcimento di 200mila euro, "visti i danni permanenti riportati", conclude il legale.