Rimini, escort di lusso, indagini chiuse. È caccia al tesoro da 5 milioni

La donna, una 36enne ungherese, è accusata di omessa dichiarazione dei redditi

L’indagata  è una 36enne ungherese (Foto d'archivio)

L’indagata è una 36enne ungherese (Foto d'archivio)

Rimini, 3 settembre 2018 - Dopo due anni di controlli incrociati, conti bancari spulciati da cima a fondo e rogatorie internazionali, le indagini della guardia di finanza, coordinate dal sostituto procuratore Paolo Gengarelli, nei confronti di una escort di lusso accusata di aver evaso le tasse per diversi milioni di euro, possono dirsi concluse. L’avviso di fine indagini, preludio della richiesta di rinvio a giudizio, è stato notificato nei giorni scorsi all’indagata (una 36enne ungherese trapiantata a Riccione) e al suo legale (l’avvocato Stefano Caroli). Peccato, però, che della bellissima e ricchissima escort si siano perse le tracce già da tempo. Stesso discorso per quanto riguarda i guadagni che la prostituta ha realizzato dal 2010 al 2014: circa 5 milioni di euro ‘puliti’, senza alcuna tassa versata nelle casse dello Stato, trasferiti prima a San Marino, successivamente a Montecarlo e infine a Dubai. Così, almeno, ha ricostruito la Procura con l’aiuto delle fiamme gialle.

Una donna d’oro, una vera macchina da soldi con un elenco sterminato di clienti facoltosi, che andavano dall’imprenditore al professionista di grido, dal manager fino al calciatore. Tutti uomini che attratti della sua bellezza mozzafiato hanno perso la testa, arrivando persino a sborsare cinquemila euro pur di trascorrere in sua compagnia un weekend di intimità. In una giornata la prostituta di lusso riusciva ad incassare fino a diecimila euro. Cifre da capogiro che in un anno (2010) le hanno permesso di guadagnare addirittura 2 milioni e 800mila euro.

E chissà per quanto tempo ancora il suo patrimonio avrebbe continuato a lievitare se non fosse che nel corso di un processo, che la vedeva imputata con il fidanzato dell’epoca per una rapina da cento euro ai danni di un cliente, la 36enne ungherese si autodenunciò nel goffo tentativo di scagionarsi: "Non ho bisogno dei cento euro di questo poveretto, dato che nel mio conto corrente ne ho la bellezza di 800mila", disse con arroganza al giudice. Una dichiarazione, questa, che non solo non le servì ad evitare una condanna a un anno e sei mesi, ma che attirò sulla prostituta l’attenzione della Procura e della guardia di finanza, che da quel momento incominciò a setacciare i suoi conti correnti, alcuni dei quali aperti sul Titano.

Dall'apposita rogatoria internazionale era emerso che la 36enne si era avvalsa della compiacenza di un banchiere sammarinese per trasferire "i proventi derivanti dal reato di omessa dichiarazione dei redditi" dal Titano a Montecarlo e da Montecarlo a Dubai. Nel corso delle indagini, però, il pubblico ministero ha chiesto l’archiviazione del funzionario di banca in quanto all’epoca dei fatti (2013) San Marino era ancora inserito nella ‘black list’, risultava cioè tra quei Paesi a fiscalità privilegiata che non erano tenuti ad applicare stringenti controlli antiriciclaggio sulla clientela.

Per la escort di lusso, invece, si avvicina la richiesta di rinvio a giudizio, anche se le probabilità di rivederla un giorno in Italia per affronatre un eventuale processo sono pressochè inesistenti.