"Esposte al rischio usura le imprese senza ristori"

"Le imprese che non hanno avuto adeguati ristori per le perdite subite nel periodo Covid sono quelle più esposte al rischio usura. E’ la liquidità il discrimine tra mantenere l’attività delle imprese o chiuderle". Lo ha detto il presidente provinciale di Confcommercio, Gianni Indino, inoccasione della nona edizione della Giornata di Confcommercio ’Legalità, ci piace’. Un’iniziativa di analisi, denuncia e sensibilizzazione sulle conseguenze dei fenomeni criminali per l’economia reale e per le imprese. L’indagine dell’Ufficio studi di categoria emergfe come "l’usura è precepito in aumento dal 27% degli imprenditori". Uno su quattro. "I fenomeni illegali – prosegue – come contraffazione, abusivismo, pirateria, estorsioni, usura, infiltrazioni della criminalità organizzata, furti, rapine, corruzione – alterano la concorrenza, comportano la perdita di fiducia degli operatori e il calo degli investimenti, impattando pesantemente sul sistema economico perché capaci di fare chiudere le imprese oneste e perdere posti di lavoro". "ll perdurare della pandemia e gli effetti delle restrizioni su imprese ed economia hanno determinato la necessità di concentrare l’attenzione su fenomeni come l’usura e i tentativi di infiltrazione della criminalità nel tessuto economico. Fin dall’avvio dell’emergenza sanitaria il credito ha assunto un ruolo cruciale per assicurare la necessaria liquidità alle imprese: il bisogno di liquidità e il rischio usura sono diventati quindi oggetto di indagini mirate". Confcommercio ricorda che "strumenti strutturali già esistenti, quali i Confidi, sono utili a prevenire il ricorso all’usura sul territorio".