Rimini, spariscono due milioni di euro dalle società fallite. Arrestato

Ai domiciliari è finito Mario Zavoli: il suo nome nei Panama Papers

Gli agenti della Finanza

Gli agenti della Finanza

Rimini, 18 settembre 2018 - Da Paperone finito neiPanama Papers’, ossia l’elenco dei più ricchi del mondo con i soldi all’estero agli arresti domiciliari. L’accusa è di quelle pesanti:bancarotta fraudolenta e utilizzo di fatture inesistenti. Il tutto per un totale di oltre due milioni di euro, per l’esattezza due milioni e duecentomila spariti dopo il fallimento di due società, entrambe riconducibili a lui. Mario Zavoli, 56 anni, imprenditore riminese nel settore della lavorazione del pesce, da ieri mattina si trova, infatti, agli arresti domiciliari dopo che gli uomini del nucleo di polizia economico finanziaria della Guardia di Finanza, guidati dal colonnello Michele Ciarla, gli hanno notificato il provvedimento, firmato dal gip Benedetta Vitolo su richiesta del pm Luca Bertuzzi. Da molti mesi le Fiamme gialle erano sulle sue tracce, da quando, nel 2014 era fallita la sua società capofila, la «Mare spa». Qualcosa non quadrava nella contabilità.

Spulciando fra le carte la Finanza aveva notato una distrazione di beni e denaro per un milione e mezzo attraverso illeciti trasferimenti verso società italiane ed estere (tra queste due addirittura con sede in Marocco), ma sempre riconducibili a lui. Come se non bastasse, sempre stando all’accusa formulata dai finanzieri, avrebbe utilizzato nella propria contabilità, fatture per operazioni inesistenti, emesse da una srl della provincia di Venezia ed un’altra con sede in provincia di Rovigo, per un totale di mezzo milione di euro. Il tutto con gravissimo danno per le casse dello Stato. In questo giro sarebbe stato aiutato da altre quattro persone, due riminesi e due veneti.

Tutti e quattro sono stati iscritti nel registro degli indagati a piede libero: i due veneti per emissioni di fatture inesistenti mentre i due riminesi per bancarotta fraudolenta. Sulla base degli elementi raccolti, il gip ha anche emesso a carico di Zavoli un sequestro preventivo per 400mila euro. Ma le indagini a carico di Zavoli hanno fatto venire a galla altri nei: in una delle sue società poi fallite gli 88 lavoratori erano irregolarmente assunti. Infatti venivano pagati parzialmente in nero per un totale di 400mila euro negli ultimi due anni. E’ stato così interessato l’ispettorato del lavoro per la contestazione delle relative sanzioni amministrative. E sempre a carico di Zavoli e del suo socio riminese (anche lui indagato) è emerso che avrebbero fatto transitare soldi a San Marino senza però averne mai fatto cenno sulla dichiarazione dei redditi. Da qui un’altra segnalazione, stavolta alle Agenzie delle Entrate.