
Meno mattoni e supemercato ’congelato’ per un decennio. E’ quando emerso dal confronto coi cittadini voluto da Asi e ’condotto’ da Marco Da Dalto, coordinatore del progetto Rimini Life, che ieri ha aggiornato ’sul luogo del delitto’ i residenti sull’iniziativa di Ariminum sviluppo immobiliare, attualmente stoppata dal Comune. Una cinquantina i presenti, con due ’abitanti’ del complesso abbandonato che prima dell’inizio escono, cellulare all’orecchio, dalla loro ’casa’ occupata abusivamente.
"Per spegnere ogni tipo di strumentalizzazione ci siamo resi disponibili a firmare un atto per mantenere inalterata la superfice di vendita del supermercato per 10 anni. E abbiamo proposto delle variazioni riducendo i circa 23.700 metri quadri di superficie edificata oggi acquistati a 16.000, mantenendo il criterio di più funzioni che creino inclusione e migliorino qualitativamente il contesto, anche aumentando gli spazi destinati al verde pubblico. E creando 90 nuovi posti di lavoro". Da Dalto ricorda che Asi ha fatto opposizione all’esproprio avviato dal Comune. "Ma continuiamo a non comprendere perché il Comune di Rimini, a fronte di un progetto di recupero e riqualificazione dell’area ex questura per 75 milioni di euro, continui a focalizzarsi solo sul supermercato".
Da Dalto sottolinea più volte l’interesse pubblico della proposta Asi. "Premetto che in due anni avremmo potuto abbattere l’ex questura e realizzare oltre metà del progetto – attacca –. Quel cartello ’vergogna’ che il sindaco mostrò ai fotografi dinanzi all’ex questura, oggi pare lui stesso voglia mantenerlo in vita". E non può dire che manca l’interesse pubblico, che invece è garantito, progetti alla mano. Se il Comune afferma che non c’è deve fornire delle motivazioni".
"E come potrà il Comune realizzaree palazzine popolari e sociali di fianco al degrado – insiste –. Chi vorrà abitarci?" "Il problema è Esselunga, fossero stati Coop o Conad avrebbero avuto il via libera. E la distanza con altri supermarket è una cavolata, in via della Fiera ci sono tre Conad", butta lì uno dei presenti. "Asi è Esselunga?", chiede un cittadino. "Asi non è Esselunga – risponde Da Dalto –. Noi abbiamo fatto un accordo con una società che porterà un marchio nazionale primario non presente sul territorio. Dati ufficiali indicano che in provincia Rimini la spesa è tra le più care d’Italia. Ciò perché il settore è monopolizzato".
Mario Gradara