"Fai sesso con me o pubblico le tue foto"

Aveva immortalato una donna con il suo compagno che però credeva essere un amante. Denunciato un uomo di origine straniera

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"Fai sesso con me o metterò in rete le tue fotografie". Perseguitava una donna da un anno minacciandola di diffondere le immagini che la ritraevano mentre entrava in albergo con un uomo, chiedendole prestazioni sessauli in cambio del silenzio sulla relazione che lui pensava fosse extraconiugale. Ma la relazione della donna non era affatto segreta: quello che incontrava con regolarità, a volte in un albergo, era infatti il suo compagno. Lo stalker, che aveva perseguitato a lungo la ragazza sui social, è stato denunciato dalla polizia locale di Rimini. Era da circa un anno che la donna riceveva messaggi a ripetizione, corredati dalle sue foto personali, del suo compagno e di suo figlio, insieme ad altre immagini pornografiche, con la richiesta esplicita di avere prestazioni sessuali in cambio della non divulgazione di questo materiale del tutto personale. Materiale che lo stalker aveva salvato nel suo smartphone. Minacce e molestie via rete che erano continuate per circa dodici mesi, e che avevano provocato nella donna uno stato di ansia e di paura tale da farle decidere - all’inizio del mese di dicembre scorso - di sporgere denuncia alla polizia locale. Da quella denuncia, presentata poco più di un mese fa, sono partite le indagini che hanno consentito, nel giro di poche settimane, di rintracciare il molestatore, identificarlo e denunciarlo. L’operazione si è conclusa alcuni giorni prima di Natale, quando - su disposizione dell’autorità giudiziaria - gli uomini in borghese della squadra di polizia giudiziaria si sono recati nell’abitazione del sospettato e hanno perquisito sia i locali che l’uomo. Non c’è voluto molto per avere la conferma del fatto che la denuncia della donna fosse tutt’altro che infondata. Nel suo smartphone l’uomo conservava infatti ancora tutti i video e il materiale fotografico oggetto dell’indagine. Il persecutore, di origini straniere, è stato indagato a piede libero per il reato di ’diffusione illecita di immagini o video sessualmente espliciti’, come prevede l’articolo 612 del codice penale. Il grave fenomeno dei ricati sessuali sul web - come sextortion e revenge porn - è in crescita, come emerge dal bilancio, presentato nei giorni scorsi, dell’attività del 2021 della polizia postale e delle comunicazioni.

Mario Gradara