Falsi Green pass, 50 indagati. Medico sospeso dal lavoro: comprò uno finti certificati

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L’inchiesta sulla vendita dei falsi Green pass a una svolta. A breve è atteso l’avviso di conclusione delle indagini da parte del sostituto procuratore Paolo Gengarelli, il pm titolare dell’inchiesta. Sono una cinquantina gli indagati, che devono rispondere - a vario titolo - dei reati di truffa, falso ideologico e corruzione.

L’inchiesta, condotta dai carabinieri del Nas di Bologna, è partita dopo le segnalazioni dell’Ausl. Nella vicenda un ruolo chiave ce l’ha Roberto Bonato, odontoiatra e medico di base di Cattolica. Secondo l’accusa, vendeva i falsi Green pass attestando l’avvenuta vaccinazione anti-Covid in realtà mai fatta. Stando alle intercettazioni e all’altro materiale raccolto dagli inquirenti, le tariffe variavano: 100 euro per gli ’amici’ e 250 per gli altri. Tra gli indagati, molti sono gli utilizzatori dei falsi Green pass. Tra loro ci sono altri medici, farmacisti, uno psicologo. Dalla prima ricostruzione, almeno 234 i certificati vaccinali sospetti. Di questi sono stati ben 107 quelli rilasciati a persone che non figurano tra i pazienti di Bonato. I No vax arrivavano da tutta Italia per ottenere la falsa attestazione dell’avvenuta vaccinazione, per avere così il Green pass e non dover sotostare alle restrizioni per chi ne era sprovvisto.

Tra gli indagati figura anche un collega di Bonato: si tratta di un medico odontoiatra che ha l’ambulatorio in Valmarecchia. E per lui è scattata la sospensione dal lavoro, su richiesta della Procura. "Abbiamo ricevuto la comunicazione l’altro ieri dalla Procura – conferma Maurizio Grossi, il presidente dell’Ordine dei medici della provincia di Rimini – e il consiglio dell’ordine ha già provveduto alla sospensione del collega".