Falsificò i bilanci della società fallita Condannato ex commercialista

Tre anni e 4 mesi al 58enne accusato di aver alterato la situazione economica di un’azienda informatica. Un anno di reclusione invece per l’amministratore che nascose la contabilità e le fatture fasulle.

Falsificò i bilanci della società fallita  Condannato ex commercialista
Falsificò i bilanci della società fallita Condannato ex commercialista

In qualità di amministratore pro tempore, essendo anche il consulente fiscale, avrebbe provocato il dissesto di un’azienda di informatica poi dichiarata fallita dal Tribunale nel marzo del 2017. È per questa accusa, compiuta in concorso e con l’intenzione di ingannare i soci o il pubblico per procurarsi un guadagno, che un ex commercialista di 58 anni, poi radiato, nei giorni scorsi è stato condannato dal Tribunale in seduta collegiale, presieduto da Fiorella Casadei, a tre anni e 4 mesi di reclusione oltre alle pene accessorie di interdizione per la durata di 5 anni. Al commercialista, finito nel mirino di un’indagine della Guardia di finanza coordinata dal sostituto procuratore Luca Bertuzzi, è stato addebitato di aver esposto fatti materiali falsi nei bilanci d’esercizio della società poi fallita per gli anni 2010, 2011 e 2012, alterando quindi la rappresentazione della situazione economica, patrimoniale e finanziaria determinando una variazione del risultato economico d’esercizio. In particolare, il 58enne avrebbe – con falsi documenti contabili, incrementato ogni anno in modo fittizio i valori attivi patrimoniali ed economici della società. Nello specifico, gli elementi fittizi sarebbero stati di 114mila euro nel 2010, 16mila nel 2011 e oltre 24mila nel 2012.

Con il commercialista, difeso dagli avvocati Paolo Righi e Alessandro Pierotti, è stato condannato a un anno di reclusione con pene accessorie per la durata di due anni anche un milanese residente a rimini di 57 anni, che in qualità di amministratore di fatto della società poi fallita avrebbe impedito la ricostruzione del volume d’affari della società, sottraendo o nascondendo la contabilità e le fatture attive e passive emesse e ricevute nel 2014 tramite le quali sarebbe stato possibile, secondo le accuse, risalire all’entità dei beni da lui acquistati e non più nelle disponibilità della società all’atto del fallimento. Per entrambi gli imputati, a seguito della sentenza di condanna del tribunale, le rispettive difese hanno già espresso l’intenzione di fare ricorso in appello.