Fatture false per 1,8 miliardi Indagato manager riminese

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C’è anche un manager riminese di 60 anni, ora sottoposto agli arresti domiciliari, tra le persone indagate nell’ambito dell’inchiesta della Procura di Milano su una maxi frode con false fatture per un miliardo e 800 milioni di euro. Inchiesta che ieri mattina ha portato all’esecuzione degli arresti domiciliari nei confronti 9 persone residenti in varie parti d’Italia, mentre nei confronti di altre 4 è stato disposto il divieto di esercitare imprese e uffici direttivi delle persone giuridiche e delle imprese. Le indagini del nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di Finanza hanno permesso di far luce su un meccanismo di emissione di fatture false perpetrato mediante l’emissione e l’utilizzo di fatture false da parte di una articolata rete di società italiane ed estere operanti nel settore della Gdo (Grande distribuzione organizzata). Le indagini, eseguite parallelamente ad alcune verifiche fiscali condotte dall’Agenzia delle Entrate, hanno consentito alle Fiamme Gialle di quantificare l’evasione d’Iva da parte delle società coinvolte per un importo pari a oltre 260 milioni di euro. Le società gestite dagli indagati avrebbero sistematicamente effettuato l’acquisto della merce senza l’applicazione dell’Iva, sia attraverso la presentazione a fornitori italiani di lettere di intento mendaci, sia attraverso operazioni intracomunitarie non imponibili da parte di società cartiere (cosiddetto ‘missing trader’) interposte all’interno del ciclo di fatturazione della merce. In tale modo le catene della grande distribuzione organizzata, beneficiarie finali della presunta frode, avrebbero ottenuto un indebito risparmio d’imposta connesso all’omesso versamento dell’Iva da parte delle società missing trader. Tra gli indagati ci sono anche Gerard Lavinay e Stéphane Coum, rispettivamente ex amministratore delegato ed l’ex direttore operativo di Carrefour Italia.