"Femminicidi, il 76% per mano dei compagni"

La vicesindaca Bellini durante il consiglio monotematico: "A Rimini promosse iniziative e aiuti per potenziare la rete antiviolenza"

Migration

La vicesindaca Chiara Bellini ha tenuto una relazione sulla violenza di genere durante la seduta consiliare

Angela Avitabile, Noelia Rodriguez, Cristina Peroni. Tre donne cadute, tra aprile e giugno, sotto i colpi di coltello di mariti e compagni. Tre nomi che formano una scia di sangue che ha sconvolto la città. È anche per loro – per Angela, Noelia e Cristina – che la commissione Pari Opportunità del Comune di Rimini ha fortemente voluto il Consiglio comunale tematico sul tema del femminicidio, svoltosi ieri sera. Perché, come ricordato dalla presidentessa della commissione e vice sindaca Chiara Bellini, il femminicidio "è l’epilogo di un lungo processo di violenze e prevaricazioni subite dalle donne: non esiste raptus né gelosia che possano giustificarne le cause".

I numeri sono impietosi: "su 408 casi di donne uccise in un arco temporale preciso, il 96% è stato per mano di un uomo, e il 76% di queste avevano un legame affettivo con il proprio assassino". "Rimini – ha ricordato Bellini – è una realtà virtuosa nella lotta contro la violenza, grazie a una serie di progetti, quali ad esempio il pionieristico progetto Dafne dell’Ausl, e all’attività del centro antiviolenza Rompi il Silenzio così come di quelli per il recupero dei maltrattanti (LDV e Dire Uomo), della rete sinergica tra CSM, forze dell’ordine, questura e prefettura". Tanto è stato fatto.

Ma "abbiamo bisogno di fare molto di più, a partire dal potenziamento della formazione e aggiornamento degli ordini professionali in prima linea (medici di base, psicologi e psicoterapeuti, assistenti sociali) e a quelli che possono diffondere una cultura di parità e di contrasto alla violenza". "Come amministratrice – ha concluso la Bellini – sarà mio impegno fare di tutto per favorire e promuovere tutte le iniziative che vanno dal contrasto della violenza attraverso il sostegno e il potenziamento della rete antiviolenza, all’attivazione di percorsi formativi, anche innovativi". D’altra parte non bisogna dimenticare, come ha ricordato in apertura il sindaco Jamil Sadegholvaad, che "dietro a un delitto contro le donne quasi sempre emerge un groviglio inestricabile in cui la violenza si mischia alla cattiva educazione se non vere e proprie pulsioni ‘culturali’. Il Comune di Rimini, tra le tante cose che fa insieme alle associaizoni, ha un programma dedicato ai cosiddetti ‘uomini maltrattanti’. C’è in quesdto segno la volontà di rimarcare come il problema sia di fondo culturale e dunque va preso nella profondità dell’educazione e dei luoghi che fanno educazione prima di diventare una coltellata o un colpo di pistola".