
Un paziente vaccinato durante il periodo della pandemia (foto d’archivio)
È il passato che ritorna. E che presenta il conto. Il passato incagliato da dopo la chiusura delle indagini il 18 aprile 2023 in un ritardo tecnico dei tempi giudiziari che, però, nei giorni scorsi, hanno visto infine sbloccarsi l’iter del procedimento nei confronti di ben 75 persone, tutte ritenute dalla procura di Rimini invischiate nel maxi traffico di ’green pass’ le cui redini sarebbero state in mano ad un unico profilo. In mano al 64enne di Cattolica Roberto Bonato, difeso dall’avvocato Massimo Cerbari, accusato di aver messo in pratica nel 2022 un collaudato sistema di scambio ’certificato verde’ per denaro, anche senza inoculare mai ai propri pazienti la dose di vaccino anti-Covid prevista.
Sono infatti di corruzione e falso ideologico in atto pubblico le accuse mosse dalla procura a vario titolo nei confronti del medico presunto compiacente e ai suoi 74 pazienti. Un numero elevatissimo di co-indagati per cui ora la procura (pm Daniele Paci) ha richiesto il rinvio a giudizio con fissazione dell’udienza preliminare davanti al gup Raffaella Ceccarelli per il prossimo 16 settembre. Di fatto un passo avanti per l’elefantiaca inchiesta che si era poi arenata dopo la fine delle indagini preliminari per il pensionamento del sostituto procuratore titolare del fascicolo (Paolo Gengarelli), ma che ora potrebbe portare alla costituzione di un vero e proprio maxi processo per giudicare la valanga di indagati, due dei quali difesi dall’avvocato Luca Greco, tra cui comparivano anche 16 persone residenti nella provincia di Pesaro e Urbino, oltre a diverse persone da tutta la Romagna. Medici, radiologi, farmacisti e persino una componente regionale della commissione pari opportunità delle Marche. E poi impiegati, operai, liberi professionisti, disoccupati, tutti accusati di essersi sottoposti a false vaccinazioni anti-Covid in tempo di pandemia appunto per ottenere falsi green pass. Il tutto dietro il compenso di 250 euro che sarebbero passati di mano tra il paziente e il medico cattolichino per le punture mai fatte.
Nel corso dell’indagine, la procura era arrivata a far mettere i sigilli all’ambulatorio del medico 64enne per cui ora, a oltre due anni dalla chiusura delle indagini, si profila all’orizzonte l’eventualità di un maxi processo insieme con le oltre settanta persone che si sarebbero rivolte al professionista per le presunte false vaccinazioni.