Finti tassisti rapinano il figlio dell’ambasciatore

Paura dopo la disco per il parente del funzionario italiano in Somalia e due amici: "I malviventi ci hanno picchiati e derubati di tutto"

Migration

Tenuti in ostaggio da quattro rapinatori, uno dei quali si è finto un tassista per convincerli a salire in auto, minacciati con un coltello, picchiati e scaricati in mezzo alla strada. Notte da incubo per tre giovani turisti romani che, all’alba del 13 luglio scorso, sono finiti nella trappola fatta scattare da una banda di malviventi, presumibilmente di origine nordafricana, all’uscita dalla discoteca Peter Pan di Misano. Tra le vittime dell’agguato c’è anche Federico Vecchi, 19 anni, figlio dell’ambasciatore italiano in Somalia, il diplomatico Alberto Vecchi. E’ stato proprio lui a rivolgersi ai carabinieri della compagnia di Riccione per denunciare l’accaduto. E i militari dell’Arma hanno dato immediatamente avvio alle indagini.

Partiamo dall’inizio. Come hanno fatto i rapinatori a convincervi a salire con loro in macchina?

"Siamo usciti dalla discoteca verso le 5, ma a quell’ora la navetta era già partita. Cercavamo un mezzo per tornare nell’appartamento che avevamo preso in affitto per le vacanze. A un tratto si sono avvicinati a noi tre ragazzi e ci hanno proposto di dividere con loro un taxi: una macchina di colore bianco, senza insegne".

Vi siete fidati?

"Sì, sembrava una situazione normalissima, a parte che eravamo in sette in una macchina e stavamo molto stretti. Io e un mio amico eravamo sul sedile posteriore, in mezzo a due di loro che stavano sui lati vicino alle portiere. Davanti c’erano altri due complici, uno al volante e l’altro sul sedile del passeggero. Un altro mio amico invece si è seduto nel bagagliaio".

Poi cos’è successo?

"Dopo circa cinque minuti, il ragazzo che si trovava di fianco al conducente ha tirato fuori un coltello a serramanico e lo ha puntato contro la coscia del mio amico. Diceva cose del tipo ’qui non si scherza o mi date tutto o vi ammazzo’. Contemporaneamente le due persone sui lati hanno iniziato a riempirci di schiaffi e a frugarci nelle tasche. Io ne avrò presi circa una decina, tutti alla nuca e tutti molto forti".

Cosa vi hanno rubato?

"Mi hanno tolto il ciondolo, l’Apple Watch che avevo al polso, le cuffie AirPods e lo smartphone, oltre ai 60 euro che avevo nel portafogli. Il ragazzo che era con me sul sedile posteriore ci ha rimesso una collana in oro bianco, quello nel bagagliaio il cellulare. Prima di lasciarci hanno preteso che gli fornissimo le password del cloud e i codici di sblocco per poterli resettare. Infine, ci hanno scaricato davanti al pronto soccorso, ordinandoci di scendere. Desidero ringraziare i carabinieri della compagnia di Riccione che si sono attivati immediatamente, per l’assistenza che ci hanno fornito e per la grande professionalità dimostrata in questa situazione per noi molto difficile".

Lorenzo Muccioli