Cori beceri contro Rimini, con sfregio alla Romagna intera e aggiunta di copertura vocale di un inno nazionale. Al ’Flaminio’, sabato sera i tifosi bolognesi sponda Fortitudo, quelli della ’Fossa’, non hanno mancato di urlare per quasi due ore nel match contro Rbr. Tifo per la propria squadra, ma non solo. Era la seconda giornata del campionato di A2, con il debutto casalingo di Rimini e un palazzetto da tutto esaurito: 3112 presenti, di cui 300 bolognesi ammassati nello spicchio di tribuna dietro alla panchina ospite. Qualche singolo sostenitore è arrivato con ampio anticipo, mentre la gran parte del tifo organizzato ha occupato i posti alle 20.10, a venti minuti dall’inizio della partita. Già presente, a decine di metri di distanza, il ’Barrio’ riminese, la curva di casa.
Da subito i tifosi Fortitudo hanno cominciato a lanciare i cori, per metà di incitamento rivolti alla propria squadra e per metà di insulti alla Romagna, a Rimini e ai riminesi. Repertorio ampio e irripetibile qui. Per l’assessore allo sport Moreno Maresi, come sempre presente al palazzetto, "alcuni cori sono stati veramente fuori luogo. Sono cori che si commentano da soli. Ma adesso chiudiamola qui e pensiamo alla prossima partita".
Tanti tifosi riminesi si sono lamentati sul posto e (poi via social) per la violenza verbale degli ultras della Fortitudo, e anche per come hanno ’coperto’ con i loro cori l’inno nazionale. Va detto: per un problema tecnico la musica non è partita e così lo speaker, con le squadre ferme al centro del campo e l’intero Flaminio in rispettoso silenzio, ha cantato a cappella. Nemmeno il tempo di finire le prime tre parole e dalla sponda bolognese sono partiti altre strofe, che hanno coperto interamente il tentativo improvvisato di inno. Non una serata come le altre.