Rimini, offre le figlie dei vicini in pasto ai pedofili

A processo un commerciante riminese sorpreso a postare le foto sui siti internet

Rimini, pubblica le foto delle figlie dei vicini sui siti pedofili (Foto repertorio Ansa)

Rimini, pubblica le foto delle figlie dei vicini sui siti pedofili (Foto repertorio Ansa)

Rimini, 23 aprile 2019 - Prima le ha fotografate, di nascosto alle loro madri. Poi ha usato le immagini di queste bambine, figlie dei suoi vicini di casa, come merce di scambio per ottenerne altre, sempre di minorenni, però in atteggiamento più sexy ed esplicito. Un insospettabile commerciante riminese di 45 anni (difeso dall’avvocato Giovanna Ollà) è a processo con l’accusa di detenzione e scambio su internet di materiale pedo pornografico, foto, insomma, di ragazzine con meno di 18 anni. La prima udienza si è aperta ed è stata subito aggiornata al 15 ottobre per ascoltare i testi dell’accusa.

L’inchiesta parte da lontano, da un lavoro certosino della Dda di Catania che da tempo stava su un giro di esperti ‘naviganti’ del deep web, tutti appassionati di immagini porno, ma con protagonisti adolescenti di sesso femminile. Il pool catanese ha scandagliato migliaia e migliaia di immagini ed è poi entrata in contatto, tramite chat, con alcuni di questi pedofili digitali. Gli investigatori sono così riusciti a risalire agli Ip, ossia agli identificativi dei computer utilizzati dagli internauti. E’ così emerso un vasto giro di scambi di immagini tra insospettabili padri di famiglia, da Catania al Piemonte alla Puglia passando per Rimini.

E proprio a Rimini gli investigatori siciliani sono arrivati nel marzo di sei anni fa ed hanno perquisito la casa dell’insospettabile commerciante, sposato e padre di una bambina. Nel suo computer, che era stato immediatamente posto sequestro, gli agenti avevano trovato centinaia e centinaia di foto di ragazzine seminude, numerosissimi files con foto in miniatura di altre giovanissime. Ma soprattutto hanno scoperto che il commerciante, dalla finestra, aveva fotografato, a loro insaputa, le figlie, tutte minorenni, dei suoi stessi vicini di casa. Poi aveva scambiato le immagini delle bambine con altri pedofili per avere in cambio altri file con protagoniste altre bimbe in atteggiamenti più spinti. L’uomo, che non è mai stato interrogato dagli inquirenti, è stato direttamente rinviato a giudizio: ad ottobre, durante la prossima udienza a Rimini potrà raccontare la ‘sua’ verità su questa vicenda dai contorni scabrosi.