Francesco D'Avino morto a Rimini, il re dello zucchero trovato in hotel

Avrebbe dovuto essere uno dei tanti ospiti illustri del Sigep

Francesco D'Avino

Francesco D'Avino

Rimini, 22 gennaio 2019 - Era venuto a Rimini per il Sigep come tanti altri suoi colleghi, ma nessuno avrebbe mai immaginato quello che poi sarebbe successo. Il noto imprenditore napoletano Francesco D'Avino, re dello zucchero, 48 anni, è trovato morto ieri mattina in un albergo cittadino. La questura non conferma, ma D'Avino - forse affetto da disturbi depressivi - si sarebbe tolto la vita impiccandosi. Lo ha scoperto l'albergatore, contattato dalla moglie che non riusciva più a mettersi in contatto col marito.

Quando si sia consumata esattamente la tragedia non è ancora chiaro, a scoprirlo sarà l’autopsia diposta dal magistrato che verrà forse eseguita questa mattina. L’uomo era arrivato da solo qualche giorno fa e aveva detto all’albergatore che era qui per seguire la fiera del gelato. La moglie l’avrebbe raggiunto più tardi, cosa che la donna ha fatto, e per questo erano in due camere diverse.

L'imprenditore doveva essere uno dei tanti ospiti illustri del Sigep. La D'Avino nasce come realtà imprenditoriale attiva nel settore della panificazione, ma progressivamente, negli anni, la mission aziendale si sposta verso la commercializzazione della farina e della trasformazione dello zucchero. Al Fondatore succede, alla guida dell'azienda, suo figlio Vincenzo, che favorisce l'ingresso in azienda del giovane Francesco, nei primi tempi messo a dura prova nelle più svariate attività.

Nel sito aziendale, Francesco D'Avino racconta la sua esperienza di imprenditore nato dalla gavetta. "Ricordo - scriveva D'Avino - che quando mio padre mi fece entrare in azienda, fui incaricato di svolgere varie mansioni. Cominciai a fare la gavetta, come tutti: ho fatto il garzone, ho guidato i camion delle consegne, ma ho anche lavato i pavimenti quando era necessario! Questo percorso mi ha permesso di entrare nel cuore della vita aziendale, facendomi apprezzare il valore dello spirito di squadra, in cui ancora oggi la D'Avino crede moltissimo"