Fratelli albergatori truffati Commercialista a processo

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Quell’albergo era il sogno di una vita di fatiche e risparmi. Dopo averlo gestito per anni, due fratelli riminesi, soci in affari, avrebbero voluto acquistare definitivamente quella struttura, ma alla fine sono rimasti con un pugno di mosche, rimettendoci fior di quattrini. Tutta colpa, a detta loro, del commercialista a cui avevano affidato i conti dell’azienda. E’ iniziato ieri al tribunale di Rimini il processo che vede imputato per truffa il professionista 68enne, difeso dall’avvocato Fabio Falcone. L’uomo ha sempre respinto le accuse e si è detto pronto a dimostrare la sua verità davanti al giudice. I due fratelli, difesi dagli avvocati Gilberto Gianni e Massimiliano Cornacchia, si sono costituiti parte civile. Tutto comincia nel momento in cui i due soci decidono di fare il grande passo e diventare proprietari dell’hotel gestito per anni. Per far fronte all’esborso si rivolgono ad una finanziaria. Passa il tempo, e i fratelli non riescono a saldare alcune rate. Vengono mandate delle comunicazioni alla Pec aziendale, che però è gestita direttamente dal contabile. La finanziaria intenta un procedimento, che vede soccombere in contumacia i due soci. La notizia arriva come un fulmine a ciel sereno: gli imprenditori giurano di non sapere niente della vicenda e che mai prima di allora il commercialista li aveva avvertiti. Il professionista, a sua volta, ribatte di aver mandato delle email. Tesi che però pare non essere confermata dal perito informatico fatto nominare dai soci.